“No, non vedo in Italia pericoli di
dittatura”, rassicura Piero Ottone dal “Venerdì di Repubblica”. Bontà sua. Ci
sarà un motivo se i (vecchi) liberali sono finiti allo zoo.
Si discute se la santoriana Giulia Innocenzi
sia stata o no molestata, per dire un eufemismo, durante la sua gita in Iran,
come ha riportato nel suo blog. Chi ha conosciuto l’Iran, di prima e anche di
dopo Khomeini, dubita. Però, per il
morettiano “mi si nota di più se…”, la storia è ben trovata. Senza danni
alla persona – pappagalli e esibizionisti non sembrano avere impressionato la
conduttrice.
Non molti decenni fa, questa dei
pappagalli che molestavano le turiste era un topos estivo dei giornali. Dei giornali del Nord, Germania,
Inghilterra, Scandinavia. Cambia il parallelo ma la storia implacabile si ripete
- qui forse neanche quello, Isfahan è poco più in basso di Roma, all’altezza di
Atene.
Innocenzi è andata in Iran con l’amica,
con la quale si posta abbracciata sul blog. Annemarie Schwarzenbach c’era
andata anch’essa con l’amica Elsa Maillart, altra virago viaggiatrice indomita,
sole in automobile e senza meccanico, in tempi tragici, mentre scoppiava la
guerra in Europa, senza subire assalti. Nemmeno in Afghanistan e in India,
paesi ora femmicidi.
Il giudice Spataro profitta di un
editoriale di Sabino Cassese sul “Corriere della sera” sulla riforma della
giustizia, per ribattere sul giornale, senza contraddittorio, che la riforma è
sì necessaria, ma non deve riguardare i giudici. Acculando Cassese, senza
contraddittorio, agli “anni difficili”, che non si sa cosa siano ma evidentemente
spregiativi.
La prima riforma in effetti dovrebbe
partire dagli Spataro.
Il Procuratore Capo di Torino – Spataro
lo è, sì – scrive al “Corriere della sera” come usava nelle cellule del Pci e
bisognava liquidare qualcuno: prima incensarlo, poi coprirlo di insulti. Ci
sono state cellule del Pci, non in tempi remoti.
Con la stessa protervia Spataro può dire
sul “Corriere della sera” che alla giustizia italiana “la comunità
internazionale guarda come esempio virtuoso”. Mentre è ripetuta e a rischio
ammenda miliardaria la richiesta di Bruxelles di una giustizia-giustizia, in
cui i processi si fanno.
I conti della Grecia non persuadono,
scrive Fubini, il misogrecologo del “Corriere della sera”: “Persino l’ultimo dato
di crescita del paese, quello del secondo trimestre del 2015, continua a sollevare
interrogativi tutt’altro che da risolvere”. Cioè è un dato buono?
Forse Fubini si è confuso, dovendo
tenere banco sul giornalone anche sul tema caldo della giornata, oltre che
sulla Grecia d’ordinanza: “L’euro adesso
non è più mini”. Deve celebrare l’euro, anche se è ai minimi sul dollaro, e
anche se “torna lo spettro della deflazione”. Un commentatore economico che avesse
intravisto “lo spettro della deflazione” non direbbe al contrario che le cose
non funzionano?
“Quando è morta mia nonna”, racconta il
cuoco catalano Joan Roca, “Zapatero e Chirac sono venuti a farmi le
condoglianze. In cucina”. Ecco perché lu
munnu va n’arreri, come direbbe Domenico Tempio, in un buco nero.
Estate fremente dei giornali, sportivi e
non: l’Italia torna sul mercato, l’Italia fa il mercato, Juventus, Roma, Milan
e Inter comprano per cento, anche duecento, milioni, e non vendono. Poi si
gioca e perdono, contro squadre che invece hanno venduto – vince l’Inter ma per
caso. Hanno fatto il mercato, ma a beneficio di chi?
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