Con
l’aumento del pil di pochi decimi nel primo semestre, la quasi totalità dei
paesi Ue è di nuovo a rischio deflazione. Anzi, è già in deflazione.
Il
governo tedesco ha di colpo addolcito il no alle politiche europee di sostegno
della domanda. Effetto del raffreddamento improvviso anche della sua economia,
a consuntivo del secondo trimestre, e nelle aspettative degli operatori per il
secondo semestre dell’anno.
Il
quantitative easing della Banca
centrale europea - troppo tardi troppo poco - ha avuto impatto nullo sulla
domanda.
Il
numero di posti di lavoro nuovi nei primi sei mesi di applicazione del Jobs
Act, da gennaio a lugliol, valutato dal ministero del Lavoro in un primo tempo
in 631 mila, sono in realtà poco più della metà, 328 mila.
È
cresciuto invece della metà, nello stesso periodo, il conto dei posti di lavoro
cessati: da una prima stima di 700 mila sono passati a “oltre un milione”.
Nessun
rimprovero al ministero del Lavoro per la cosmesi sulle cifre. L’informazione è
parte della recessione?
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