Dio – Per i più è
un dato dell’esperienza, non una creazione o un bisogno dello spirito. Un’origine
oggi difficile da certificare, poiché esistono le chiese, ma non si può
individuare altra origine del fatto religioso. Nasce da un’insufficienza, e dalla
sua stessa cieca violenza – da una disponibilità indisponibile.
Eroismo – La sfida
all’incerto si moltiplica e anzi si generalizza nel mondo dei diritti – è un
abito mentale. Nel mondo della sicurezza garantita: mare senza onde, senza
scogli, con venti calibrati, montagna senza burroni, fiumi piene, senza gorghi,
guerre senza morti - “intelligenti”. È un bene di consumo, e magari se ne farà
il regolamento, a Bruxelles o all’Aja.
Filosofia – Si fa
dappertutto e sempre, forse anche nel sonno, non c’è luogo e tempo deputato. È
la pratica più intima, e tuttavia non svergognata, anzi, più si espone e meglio
è. Si fa per lampi e per ragionamenti. Si sintetizza al massimo e si estende
interminabile. È anche la pratica più democratica, senza costo e alla portata
di ognuno – filosofa lo scemo del villaggio. Se ne fa professione, ma allora
senza strumenti (cognizioni, tecniche, tattiche) specifici, come può essere
dell’idraulico o del medico.
Fossili - Molti minerali
sono l’esito della decomposizione di organismi viventi, vegetali, animali. La
natura si nutre di se stessa. Il 10 maggio 1945, subito dopo la capitolazione
ma non importa, Jünger poteva così riflettere nel suo diario davanti a un
fossile: “Un giorno sapremo che ci siamo già conosciuti”.
Alcuni
fossili sono essenziali poi alla sopravvivenza. Il petrolio è il più diffuso
tra questi, dopo un processo di milioni di anni, concentrato di tempo e di
spazio, poiché assicura la visione notturna (elettricità) e la mobilità.
Ideale
–
È scomparso. È scomparsa la parola, in tutti i suoi significati: il proprio dell’idea,
secondo la Treccani, il prodotto della fantasia, il modello dell’azione e della
conoscenza, il modello, la continuità, l’interiorità, in contrapposizione a ciò
che è particolare, esterno, contingente, quanto esiste solo nello spirito, in
particolare il bello e il perfetto, oggetto delle più alte aspirazioni, il fine
lodevole. .
Miracoli
– Da
tre anni c’è un settimanale che fa i miracoli – ultimamente le apparizioni
della Madonna. Non li fa propriamente, li coltiva, li registra nei casi non
infrequenti, ma è come se. Creando le figure dei miracolati, futuri
intercessori, invitando a crearle con le testimonianze, conformando le
testimonianze stesse. Da un certo punto di vista, profano e forse anche sacro,
è come e la rivista facesse i miracoli: genera e alimenta la fede nei miracoli
stessi, che è l’essenza del miracolo.
Osceno
–
Le radio e le tv, anche la Rai, ne sono piene, perfino il Parlamento, i
grillini sono emersi col “vaffa”, ma non si scrive – le parti basse e i verbi
correlati si indicano con la iniziale, seguita da puntini. Per uno snobismo –
se non ne parlano i giornali il fatto non esiste? Per perbenismo? In realtà
l’osceno non c’è più dacché c’è la rete, dove prolifera in immagini e in
parole, fino all’indistinzione. Si
sostanzia della proibizione, nella licenza si dissolve.
Profezia – Una presa di
distanza, non “una questione di predire il futuro”, la dice Flannery O’Connor
in una delle profetiche lettere. O’Connor è narratrice, ma di più pedagogista
della narrazione: “La profezia, che dipende dall’immaginazione e non dalla
facoltà morale, non è questione di predire il futuro. Il profeta è un realista
di distanze, ed è questo tipo di realismo che appare nei grandi romanzi. È il realismo
che non esita a distorcere le apparenze per mostrare una verità nascosta”.
Scienza – È fonte di
verità, non la verità. Impazza la controversia sui buchi neri, una certezza
sempre meno certa. Non è il solo caso. Si sa anche che l’enfasi sull’acceleratore
di particelle di Ginevra si dovrà sgonfiare – si alimenta per tenere su un
investimento miliardario.
Sintomo – È vecchia la
cognizione - dei primi tempi della
medicina – che se si scorrono i sintomi di un evento, per esempio un infarto, sembrerà
di averli o di averli avuti. Non tutti ma buona parte sì. Questo è l’esito del diverso
grado di penetrazione della diagnostica, che per alcuni eventi è approfondita
per altri meno. Ma è da collegare all’istinto di sopravvivenza, che molte
guardie innalza, anche se non le più necessarie.
zeulig@antiit.eu
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