C’è un
assassinio giusto? Su un vecchio quesito etico una vicenda senza luce, un concentrato
dei “romanzi duri” di Simenon, si svolge sordida. Tra pettegolezzi, invidie,
dispetti, e molta stupidità. Senza che mai si dubiti che questa è la vita reale,
la sola, della gente di paese chiusa in se stessa, seppure alla Rochelle – la sola
salvezza è Gibuti, il posto più inabitabile del mondo, dove tutto va come
dovrebbe, la tubercolosi guarisce, bambini sani e robusti nascono, il giovane
di belle speranze le realizza: la salvezza è lontano dall’Europa (“ma non ci
sono i serpenti?”, chiede il bambino cresciuto a Gibuti in visita ai parenti).
Georges
Simenon, Il grande male, Adelphi,
pp. 147 € 18
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