Chi
uccise nell’aprile 43 avanti Cristo i consoli Irzio e Pansa, per dare Roma a
Ottaviano Augusto? Canfora dà ragione a Tacito e Svetonio, due antipatizzanti, e
dice che li ha uccisi Ottaviano Augusto. Con l’aiuto di Cicerone. Forse.
Canfora
da qualche tempo si diverte, spendendo il credito acquisito come filologo. Si
diverte a osannare Togliatti, deridere la democrazia in Atene, demolire Cesare,
e sempre a insolentire Augusto. Che pure qualche merito l’ebbe. Qui con poche
righe e molti bianchi, tutto il libro è nel titolo.
Il
titolo appaia Augusto a Mussolini. Senza dirlo naturalmente, la cosa sarebbe
sciocca. Che dirne? Canfora eleva surrettiziamente Mussolini in molti modi. Fin
dall’inizio: “Una
prima «marcia» su Roma era stata quella di Silla
(dopo la battaglia di Porta Collina: 1.XI.82 a.C.), ma contro un governo
considerato illegale, quello di Mario e Cinna. Una seconda era stata quella di
Cesare (gennaio del 49), ma quando è nei pressi di Roma il Senato e i «legittimi
poteri» sono fuggiti in Grecia! La «piccola marcia» di Ottaviano nell’estate
del 44 non aveva avuto le dimensioni del colpo di Stato (ma Res Gestae 1 ne
parla). È quella dell’agosto 43 la prima vera «marcia su Roma»”. È dunque Mussolini Silla, Mussolini Cesare, Mussolini Augusto.
Un’apologia
indiretta, di cui il futuro filologo-detective alla Canfora sicuramente fara colpa a Canfora. Ma in questa chiave meglio non verrebbe un Augusto renziano? Renzi
non aveva l’età di Augusto, 19 anni, ne aveva il doppio, ed è stato chiamato a
Roma da Napolitano, ma è un rottamatore anche lui e va veloce.
Luciano
Canfora, La prima marcia su Roma,
Laterza, pp. 87 € 7,50
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