Il sogno di Borges è il paradiso dell’anima di
Addison, che “si trasferisce in diecimila scene di sua immaginazione". Un
paradiso di sua creazione, dell’anima stessa. Borges ne organizza un
repertorio, dei suoi propri racconti di sogni, inventandone per l’occasione di nuovi
(minori), e dei sogni nelle letterature. Una sorta di storia della letteratura
dei sogni, da Gilgamesh e il cinese “Sogno della camera rossa” a Papini, che
Borges molto apprezzava.
Ritorna il sogno, si può dire, come uno dei tanti sintomi della insoddisfazione del millennio. Questa è la vecchia raccolta organizzata nel 1986 per
Franco Maria Ricci, la Biblioteca di Babele, dallo stesso Borges, curatore
della collana, con Gianni Guadalupi, già a lungo negli Oscar, nella traduzione di
Tilde Riva, qui rivista da Tommaso Scarano. Un repertorio immaginifico, trent’anni
fa, ora manieristico – rileggere Borges riserverà sorprese?
Jorge
Luis Borges, Libro di sogni,
Adelphi, pp. 336 € 15
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