sabato 19 settembre 2015

Borges senza sorprese in sogno

Il sogno di Borges è il paradiso dell’anima di Addison, che “si trasferisce in diecimila scene di sua immaginazione". Un paradiso di sua creazione, dell’anima stessa. Borges ne organizza un repertorio, dei suoi propri racconti di sogni, inventandone per l’occasione di nuovi (minori), e dei sogni nelle letterature. Una sorta di storia della letteratura dei sogni, da Gilgamesh e il cinese “Sogno della camera rossa” a Papini, che Borges molto apprezzava.
Ritorna il sogno, si può dire, come uno dei tanti sintomi della insoddisfazione del millennio. Questa è la vecchia raccolta organizzata nel 1986 per Franco Maria Ricci, la Biblioteca di Babele, dallo stesso Borges, curatore della collana, con Gianni Guadalupi, già a lungo negli Oscar, nella traduzione di Tilde Riva, qui rivista da Tommaso Scarano. Un repertorio immaginifico, trent’anni fa, ora manieristico – rileggere Borges riserverà sorprese?
Jorge Luis Borges, Libro di sogni, Adelphi, pp. 336 € 15

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