Non
ha pace Deutsche Bank, la più grande banca tedesca, forse la più grande
d’Europa. Col terzo “scandalo” in un quinquennio. Partecipazioni
sopravvalutate, crediti inesistenti o inesigibili, supercompensi agli
amministratori, e contenziosi miliardari ancora aperti, tra questi la vendita
di derivati agli enti locali in Italia. Per una perdita netta di 6,2 miliardi
contabilizzata al terzo trimestre. I precedenti “scandali” erano stati
attribuiti alla gestione avventurosa di Josef Ackerman, per l’occasione
ribattezzato “lo svizzero”, che proiettava la grande banca sugli “affari” (la
speculazione), e alla gestione miope dei suoi successori, che avevano
riqualificato la banca sul retail. Miopissima,
se non ha evitato ad aprile una multa di due miliardi e mezzo dalle autorità di
Borsa di New York e Londra, per la manipolazione dei tassi (Euribor, Libor,
Tibor), sia per i prestiti tra banche sia per i mutui alla clientela.
Per
queste e altre attività arrischiate Deutsche Bank aveva accantonato due anni fa
tre miliardi. Che però non sono bastati. Da qui il rosso record di 6,2 miliardi
imputato al bilancio 2015.
A questo punto della storia la conclusione è
che non si tratti di errori o eccessi di management ma di modi d’essere, di
concepire la banca. Le intercettazioni americane a corredo della condanna sono
disarmanti: traders di ogni bordo
ricorrevano per le loro transazioni adulterate a Deutsche Bank sicuri di trovare appoggio,
senza mai un rifiuto o una contestazione. “I dipendenti di Deutsche Bank hanno
effettuato su ampia scala manipolazioni dei tassi benchmarck per ottenere guadagni finanziari”, rilevava in aprile
nella sentenza di condanna il giudice americano. Guadagni non per i dipendenti,
naturalmente, siamo tedeschi, ma per la banca.
Come ora per Volkswagen, la pratica truffaldina
è stata interamente riversata sui dipendenti, che non protestano - forse perché
retribuiti o garantiti con soddisfazione in altro modo. A commento della
sentenza di aprile, DB assicurava: “Nessun membro del
Consiglio di Gestione di DB (attuale o passato) è coinvolto o era a conoscenza
della condotta inappropriata dei trader;
DB ha messo in atto provvedimenti disciplinari e licenziamenti nei confronti
dei trader coinvolti nella vicenda e
ha significativamente rafforzato i suoi controlli e le procedure”. Procedendo però
subito dopo, come ora ha fatto Volkswagen, a rimuovere tutti gli amministratori
e i consigli di gestione.
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