È
la condanna di ogni guerra, da quelle dettate dall’ambizione o l’avidità a
quelle di religione. Sulla base delle Scritture. Ed è forse l’opera più amata
di Erasmo, più tradotta – qui da Carlo Carena, l’erasmiano di più lungo corso.
Benché con limiti evidenti.
È
una perorazione. Nessuna vivacità nella trattazione, che Erasmo svolge in
latino, “Querela pacis”. Né dice nulla Erasmo della guerra “giusta”, di difesa,
di liberazione – che siano implicite non basta. Ma è la sua opera più
“corretta”, e dunque in auge.
Erasmo
da Rotterdam, Il lamento della pace,
Se, pp. 97 € 13
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