Era un
ministero di prima classe, e anche il meglio funzionante, il più tecnico e
capace, col Tesoro, di tutta la Funzione Pubblica. Con un capitolo di spesa,
quello della cooperazione per lo sviluppo e quello degli accordi culturali e
scientifici internazionali, che le davano una grossa proiezione interna e un
notevole credito. Il soggetto è la Farnesina, il ministero degli Esteri. Che da
alcuni anni invece arranca senza forza politica e senza progetti su tutte le
questioni internazionali. Anche su quelle di interesse preminente per l’Italia.
La richiesta di Renzi a New York di un posto nel Consiglio di Sicurezza
dell’Onu è sembrata su questo sfondo più una sbruffonata, anche ridicola,che la
solita frase ad effetto.
La
decadenza della Farnesina data da un quindicennio. Da quando Renato Ruggiero
fallì al G 8 di Genova – dove peraltro l’ordine pubblico non era affare suo.
Con l’interinato di Berlusconi e la rapida successione di Frattini e Fini
l’Italia fece l’errore di autoescludersi dal gruppo di mediazione sul nucleare
iraniano. E dopo non ha più ripreso l’iniziativa, neanche sulle questioni di
suo precipuo interesse. Fino a farsi fare la guerra a Gheddafi da Sarkozy e
Cameorn, e anzi a obbligarsi riluttante a farla essa stessa. La decadenza Renzi
peraltro ha sancito con le nomine al ministero di personaggi di nessuna
esperienza e qualità.
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