Centoventi-centotrenta
morti e cinquecento feriti a una sfilata
contro la guerra del presidente turco Erdogan ai curdi – guerra vera, nella regione
curda. Lo stesso che fa arrestare chi twitta in difesa dei curdi. E vuol levare
l’immunità ai parlamentari che li difendono.
Non è il
primo attentato contro i curdi, altri due o tre si hanno fatto questa estate
diecine di morti. Senza colpevoli.
Ma
questo, dice Erdogan, potrebbe averlo fatto l’Is. Come no. Magari il presidente turco troverà pure
il colpevole, anche due. Ma l’Is ha libera circolazione in Turchia? Libero di confezionare bombe ad alto potenziale, con biglie dirompenti?
Il giorno dopo la strage di Ankara Erdogan si occupa della guerra ai curdi, in Turchia e anche in Iraq, uccidendone una cinquantina.
Il giorno dopo la strage di Ankara Erdogan si occupa della guerra ai curdi, in Turchia e anche in Iraq, uccidendone una cinquantina.
Erdogan
è al di sopra di ogni sospetto perché è il presidente della Turchia, e la
Turchia “siamo noi” – è un pilastro della Nato. Per questo non si pone alla
Turchia una questione diritti civili o politici.
Si
teorizza molto la terza guerra mondiale, quasi la si coltiva. A bassa intensità.
Magari a pezzetti, come dice il papa. Ma sono tutti fronti Nato. Aperti dalla Nato,
alimentati dalla Nato.
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