Lo
spazio e il tempo sono mobili (Einstein). La realtà è interazione (Bohr, Heisenberg).
La scienza è visionaria (Rovelli). E il presente è soggettivo (sparsi). Per il
resto, tra Quanti, Gravità e Termodinamica siamo in attesa di una stele di
Rosetta che ne combini le lingue e ci spieghi cos’è il calore, cioè il tempo. Per
il resto, cioè per l’essenziale. “Se posso rubare le parole al mio editore
(Roberto Calasso, n.d.r.)”, si schermisce Rovelli, fisico a Marsiglia, “«l’immanifesto
è molto più vasto del manifesto»”.
Che
cosa fa un best-seller si chiede la “Domenica” del “Sole 24 Ore”, la stessa che
a Ferragosto di tre anni fa ebbe l’idea di far spiegare a Rovelli la bellezza
della fisica in tre brevi articoli? Ne è nato infatti “il best-seller assoluto
della saggistica da un anno”, scrive più sconcertato che orgoglioso Massarenti,
subito in classifica ora a Londra appena tradotto nei Penguin. Tanto più che ai
più è illeggibile. Anche qui “l’immanifesto è più vasto del manifesto”. Ma
meglio così, no?
Carlo
Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica,
Adelphi, pp. 88 € 10
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