Barroso e Zapatero
confermano a Alan Friedman in “May Way” quanto aveva rivelato il segretario al
Tesoro americano Geithner un anno e mezzo fa in “Stress Test”, le sue memorie:
a novembre 2011 Merkel e Sarkozy tentarono di “commissariare” l’Italia. E di
far cadere il governo. Entrambi confermano anche che Merkel e Sarkozy tentarono
di coinvolgere Obama, che invece si defilò.
Non c’è bisogno
di un processo, a questo punto: il fatto è acclarato. Accanto alla
testimonianza neutra di Geithner, Barroso apporta quella del fronte politico
popolare, e Zapatero quella del gruppo socialista. Era il commissariamento
“regolare”? No. Era magari “irrituale” ma necessario? No, come si è visto,
malgrado le difficoltà causate da quel tentativo, di cui i “mercati” ebbero
notizia subito. Fu possibile in una logica europea non comunitaria ma
concorrenziale.
Resta da decidere
di chi fu l’iniziativa, se di Merkel o di Sarkozy. Dell’Italia no: Merkel e
Sarkozy fanno parte dello stesso schieramento moderato a Bruxelles, il partito
popolare, una cultura diversa da quella dell’opposizione in Italia, che era
allora prevalentemente di sinistra e aveva come riferimento Napolitano. Era una
iniziativa congiunta. Anche se da un’idea probabilmente di Sarkozy, l’unico
presidente francese che ha fallito la rielezione, dopo essersi fatto eleggere
con la sceneggiata squallida di una moglie che non aveva. Non un grande politico,
insomma, e un sicuro antitaliano – forse in odio alla bella seconda moglie,
Carla Bruni: è lui che ha voluto disintegrare la Libia, sempre contro l’Italia.
Ma Merkel disprezzava già all’epoca Sarkozy: i giornali francesi scrivevano che
rideva di lui con i suoi collaboratori.
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