Fca, l’ex Fiat,
lo ha anche messo nero su bianco, per spiegare il pressing su General Motors per una fusione: il settore auto spreca gli
investimenti, 122 miliardi di dollari nel 2014, non essendo in grado di ripagarli,
neanche con ammortamenti prolungati. Per costi unitari di vendita dai margini
ristrettissimi, e per volumi di vendite comunque insufficienti.
Lo sbilancio è
destinato a peggiorare con l’entrata in funzione di parametri più rigidi per le
emissioni inquinanti e per la sicurezza, e con gli sviluppi della connettività.
Mentre con una fusione i due gruppi americani potrebbero risparmiare 3-4 miliardi
di dollari l’anno, per due terzi nella ricerca.
L’accordo
contrattuale ora alla fase finale in Fca dovrebbe aprire la porta al negoziato
con Gm. Il management di Gm è contrario, ma gli azionisti no. E comunque non
c’è alternativa, secondo Fca e non solo.
Per un consolidamento
ulteriore opera anche il presidente di Renaut-Nissan, Carlos Ghosn. Che pure a
in programma investimenti per nuovi modelli, per fare del suo gruppo il terzo al
mondo, dopo Toyota e Volkswagen.
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