I
caratteri essenziali del rapporto Nato-Ue restano quelli definiti da Helmut
Schmidt alla vigilia del vertice di Washington, in un quadro generale di
indeterminatezza: “L’Occidente, nel complesso, è privo di una strategia
globale”.
Il
vertice si era tenuto dal 23 al 25 aprile 1999 in celebrazione del
cinquantenario dell’Alleanza. Aveva in agenda il varo dell’Esdi (una European
Defense and Security Identity all’interno della Nato) e del “Nuovo concetto
strategico” per l’Alleanza. Si è limitato a dichiarazioni generiche per
entrambi i titoli, e alla conferma al dipartimento di Stato e al Pentagono del
ruolo di leader incondizionati della guerra in Serbia,
a giudizio dell’ex cancelliere tedesco: “La «nuova Nato» che gli americani
vogliono tenere a battesimo deve fare in modo - così almeno spera qualcuno, dal
ministro degli Esteri Albright all’ex consigliere per la sicurezza Brzezinski -
che gli europei, anche nel nuovo secolo, si facciano guidare da Washington”. Questo
non è possibile, continuava, perché “l’arroganza di Washington” non è una
politica, e perché “gli americani non possono offrire una strategia globale a
lungo termine”, non per la Russia, non per la Cina, l’India, l’islam, per
l’economia, per l’ecologia.
Lo
stesso vertice di Washington ha ribadito l’esigenza di un disegno globale, ricordava
Schmidt, denunciando “l’emergere di nuovi rischi per la pace e la stabilità
Euro-atlantiche, tra essi l’oppressione, il conflitto etnico, la crisi
economica, il collasso dell’ordine politico, e la proliferazione di ordigni di
distruzione di massa”. Ma, insieme con questi “nuovi rischi”, che allargano la
conflittualità a ogni evento, ha lasciato indeterminati anche i principi e gli
strumenti difensivi.
Schmidt,
l’ex cancelliere che è stato il più filoamericano fra tutti i leader Spd, divenuto
commentatore politico, prevedeva che
comunque i conflitti sarebbero ricaduti sugli alleati, essendo strategia ormai
irreversibile degli Stati Uniti d’impegnarsi a fondo per la difesa solo nei
casi eccezionali in cui la sicurezza degli stessi Stati Uniti sia in gioco,
negli altri limitandosi “a impiegare la loro alta tecnologia militare e di
telecomunicazioni, stando a distanza di sicurezza”, e appoggiandosi “alle
truppe dei loro alleati”.
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