Un
paese di formiche, presuntusose, che la “formidabile evacuazione” di una
vescica “annega indifferentemente”. Un paese di “Gerarchie” – “conosci tu il
paese dove fiorisce la Gerarchia?”, una semplice citazione lo disegna. Un paese
in realtà di colline, ognuna con la sua Gerarchia, ma “piccole, di panzoni
superiori”.
Rémy
de Gourmont, il primo bibliotecario narratore, dopo Nodier in realtà ma prima
di Borges, sodale di Jarry nello spirito ubuesco, non ne può più del
revanscismo, e nel 1891 sbotta, creando un caso. Più per il tono altezzoso che
per gli argomenti. Che però non mancano. Contro la speculazione politica, sui
sentimenti offesi dei cittadini e sulle loro borse. In lode dei tedeschi,
perché no, una sconfitta deve essere pure accettata. Contro i concittadini
lagnosi e chiusi, che maltrattano Wagner, dopo la musica italiana, e non
vogliono i tedeschi in pellegrinaggio. E poi: se l’Alsazia-Lorena è perdita
irreparabile, che la Francia ha sottratto alla sua germanicità e riconvertito
forzosamente alla francofonia, perché non rivendicare la Vallonia belga o il
Vaud svizzero, tanto più francesi, o il Canada e le isole della Manica?
La
Francia ha frequenti scoppi d’indignazone. Fino a qualche anno fa a tinte
scioviniste - c’è solo la Francia al mondo. Di fronte ai problemi, specie alle
sconfitte, non ragionare ma montarsi. Uno di questi momenti fu nel 1891, a vent’anni
dalla perdita dell’Asazia-Lorena alla Germania di Bismarck, un’ondata di
rivendicazionismo. O fu quello comunque il momento in cui Gourmont s’indignò a
sua volta, da buon francese, decidendo di scrivere e pubblicare questo esercizio
di feroce ironia. Autore già acclamato di “Sixtine ou le Roman de la vie cérébrale”,
il romanzo simbolista del suo grande amore Berthe de Courrière, alla quale, pur
convivendoci, scriverà lettere appassionate, il visconte de Gourmont a 33 anni
è bello e sfottente, non ancora sfigurato dal lupus vulgaris, la tubercolosi della
pelle, che sta per attaccarlo al volto. Una nemesi?
Rémy
de Gourmont, Le joujou patriotisme,
Mille-et-une-nuits, pp. 60 € 2,60
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