Fascismo
–
Visto nei vecchi cinegiornali è angosciante, tale è la mediocrità “teatrale” –
gestuale, comportamentale – di chi teneva in pugno il paese. Mussolini sempre
col mento in fuori non interessato mai a nulla, sprezzante di tutto, di tutti -
compiacente col ghigno di sopportazione sulla bazza. Un re che si allunga, con
tanti artifici, stivaloni, la doppia alzata del berretto militare, penne
altissime sulla doppia alzata, un matrimonio mediocre, con una principessa non
di rango. A capo e al di sopra di un paese che invece sa uscire dalla Grande Depressione,
ha una lira forte, esporta molto, rispettato dalle diplomazie.
Latinità
–
È un mito, falso e anche rischioso: un’approssimazione sbagliata. Si vuole al
Nord Europa, e anche in Italia, un certo numero di paesi acculati al Mediterraneo,
o più frequentemente alla latinità. Mentre l’Italia ha solo sofferto delle
“sorelle” latine. Innumerevoli le invasioni e depredazioni da parte della Francia.
Regimi predatori di marca spagnola a Milano, a Napoli, in Sicilia. Nonché il
sacco di Roma a opera dell’imperatore
ispano-fiammingo Carlo V, che troncò ogni ambizione e il promettente sviluppo
di un’Italia fino ad allora innovativa, magnifica, più e meglio di ogni altro in
Europa – nel nome di una Riforma che altrove il bigotto imperatore reprimeva senza
limiti. Nulla del genere l’Italia ha invece sofferto a opera degli austro-germanici,
pur mettendo nel conto il Barbarossa e Radeztsky – c’è stata l’occupazione
tedesca nell’ultimo anno e mezzo della guerra ma quella è un’altra storia.
Anche nell’Europa unita, la grande
storia de dopoguerra, l’Italia ha potuto contare ancora qualcosa soprattutto
giocando di sponda per gli Stati Uniti. E in Europa quando ha avuto udienza a
Bonn e a Berlino, mai a Parigi. La Francia, la “sorella latina”, ha anzi sempre
brigato e briga per escluderla da ogni consesso o decisione di livello
internazionale, con De Gaulle, con Giscard d’Estaing, con Mitterand e con Sarkozy,
per non dire dell’amorfo Hollande, benché militi nello stesso partito degli
ultimi governi italiani. Lo stesso la Spagna, fino a tutto il Settecento e anche ora – passato il periodo incerto del postfranchismo,
col parademocristiano Adolfo Suarez e il socialista dei tempi di Craxi Felipe
Gonzalez, con re “romano” Juan Carlos ancora in sensi.
Sondaggi
–
Fanno la politica, Si presume che ne siano un termometrico, e invece sono un’arma,
non dissimile dal vecchio comizio, solo aggiornato alle tecniche ultime. Uno
strumento della politica: “Mi conviene di più se dico, se faccio, se propongo,
se parlo, se sto zitto, se attacco, se difendo, se faccio l’ottimista, il pessimista…
Il successo di Grillo, come già di Berlusconi, va sull’onda dei sondaggi,
online il primo, coi metodi di rilevamento tradizionali (interviste per lo più,
a campione) il secondo. Il blog di Grillo non è una palestra, è un sondaggio
costante. Cioè: è una palestra libera di passioni e (ri)sentimenti, ma su tempi
e tracce proposte. E a fini di misurazione, di censimento a analisi, non tanto di
partecipazione.
In America, dove il sondaggio politico
(Gallup) ha debuttato nel 1948 con un fallimento – dava la vittoria ai repubblicani
alle presidenziali di fine anno che invece furono vinte dal democratico Truman –
il sondaggio politico è dichiaratamente usato non a fini conoscitivi, ma come
arma, pro o contro un personaggio, una politica, un partito.
Sono parte, se non causa, dell’oscillazione
inafferrabile dell’orientamento politico. Il sondaggio politico, cioè generalizzato,
raramente risponde agli umori reali della popolazione - tanto per questo, tanto per quello, e tanto
astenuto. Chi risponde deve collocarsi, o viene collocato, in una gabbia: la
domanda è una gabbia. Si può anche avere un sondaggio favorevole all’aumento
delle tasse, per ipotesi, se più tasse per i più significa meno tasse per
alcuni, oppure se la domanda è “volete migliori servizi e pagare più gasse”. La
risposta è comunque l’espressione di un’opinione, formulata senza impegno e di per
sé mutevole. In Italia, dove non si possono pubblicare i sondaggi politici
nelle due settimane precedenti un’elezione, le previsioni possono risultare
anche largamente sbagliate perché il voto si decide giorno per giorno.
Soprattutto dacché i radicamenti di partito, le affiliazioni di una vita, si
sono evaporati.
Il sondaggio politico è solo una
branca delle più generali tecniche di marketing: un 1-2 per cento del valore globale
del settore, oggi sui 550-600 milioni, con 8-10 milioni di fatturato annuo. E
quello meno affinato o affinabile, rispetto alla nuove tecnologie di comunicazione.
Il meno produttivo, anche se fa molto “opinione”, cioè rumore.
L’opinione in realtà non si fida
dei sondaggi. Uno studio americano – un sondaggio… - rileva che tre cittadini
su quattro non si fida, ritiene i sondaggi una forma di marketing aggressivo,
per questo o quel candidato o forza politica, subliminale, traditrice. In
Italia la percentuale è ancora minore: si diceva disponibile al sondaggio
politico uno su cinque interpellati vent’anni fa, ora un interpellato su dieci.
Il campione raramente e solo per
caso è “significativo”. Nei paesi a grande mobilità, territorìale e sociale, come l’America, ma anche in Italia.
È necessariamente limitato per numero, mille-duemila rispondenti, e di
difficile peso tra molte componenti, culturali, geografiche, professionali,
censuarie. In America, dove il sondaggio telefonico si può fare solo su numerazioni
fisse - la legge impedisce il ricorso ai cellulari, sia per i sondaggi politici
che per il marketing – il rispondente è più spesso una persona in età, o una casalinga.
In Italia, dove invece il contatto mobile è consentito, sfuma la collocazione geografica
del campione. Né risolve limitare il sondaggio ai numeri fissi: fra un terzo e
la metà della popolazione non è raggiungibile in Italia che col cellulare, data
la forte penetrazione della telefonia mobile scelta dagli operatori.
La soluzione del problema si
tenta mixando il cellulare col fisso e con internet. Ma una metà o poco meno
della popolazione non è connessa. E riguarda una fetta molto caratterizzata: in
età, poco istruita, meridionale. Con uguale diritto di voto. L’unico “significato”
del sondaggio politico è di favorire o danneggiare una candidatura, in base
alle “intenzioni di voto” del committente.
Sonoro – È bandito, l’inquinamento
acustico è l Grande Male. È bandito anche dove sarebbe necessario. Sono d’uso
alle mostre le presentazioni in video. Di organizzatori, storici e storiche
dell’arte, di ambienti, di situazioni, di vecchie storie e vecchi filmati. Ma
sono muti. Per non disturbare i visitatori. Il disturbo è solo sonoro,
l’inquinamento acustico. Non visivo, per esempio. Non di affollamento. Non di cattiva
illuminazione.
astolfo@antiit.eu
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