“Non
sapeva spiegarsi come era là, per che ragione”. L’interventista Alvaro,
arrivato al fronte, non è più lui: è smarrito, come tutti. Vi è arrivato comodo
in treno, coccolato da donne sempre molto gentili, e appena sceso ha sentito
“odore di carogna sul vento”.
Aveva
passato anche qualche notte in cella, per eccesso di interventismo, ma appena
arruolato l’allievo ufficiale Alvaro era tornato in camera di punizione per
insubordinazione nei confronti del sergente istruttore: il futuro scrittore era
impulsivo – come lo era stato in precedenza, con gli studi tormentati. Quando
ne scrive, è invece improvvisamente maturo: posato, critico. Questo già nel
corso della guerra - che lo aveva visto al fronte a lungo e ferito a un braccio
- nelle “Poesie in grigioverde”, 1917. Di più in questi racconti, che
culmineranno nel 1930 nel romanzo “Vent’anni” – un romanzo molto saggistico,
che nella riedizione del 1953 Alvaro quasi dimezzerà. Ventenne, il più giovane
ufficiale del reggimento, Nietti-Alvaro “era stanco delle poche cose torbide
della sua vita, magari soltanto pensate, ed era divenuto adolescente e
candido”. Di fronte alla morte ritrova senza vergogna l’innocenza.
Della
guerra Alvaro è lo scrittore che forse ha trattato di più. In versi, in
articoli di varia natura, in “Vent’anni”, in questa ventina di racconti, di cui
una dozzina disseminati in varie raccolte, gli altri dispersi negli anni 1920
in quotidiani e periodici che Anne-Christine Faitrop-Porta ha rintracciato.
Dove lo scandalo – la carneficina – è però la tela di fondo, l’immaginazione di
Alvaro corre per altri livelli di sorpresa, di scoperta. In questi racconti si
direbbero metafisici. “In guerra
come in pace, questo è il mondo di Corrado Alvaro, in cui ci si innamora di una
voce, si discorre con un animale, si ascolta un albero”, con questa conclusione
introduce la raccolta la curatrice, instancabile ordinatrice e studiosa del
trascurato scrittore – uno dei migliori lasciti del Novecento, a ogni rilettura
La
guerra di “Vent’anni” è incomprensibile e sporca. “Terrosa” la dice
Anne-Christine Faitrop-Porta, riprendendo la recensione che subito ne fece
sulla francese “Revue des deux mondes” Louis Gillet, storico d’arte e della
letteratura - un compagno di studi di Péguy, sodale di Rolland, che in Italia
giovinetto nei viaggi familiari era stato “fulminato dalla bellezza”. La guerra
di questi racconti è femminile. Non materna, è lieve: misteriosa. Donne
premurose lo accompagnano in treno e nelle soste, a Bologna e altrove.
Infermiere. Prostitute anche, di guerra. E bambine cresciute dalla guerra,
donne senza più padri né mariti.
Tutte
il sottotenente-scrittore guarda di lontano, come un senso di vita
febbricitante che fa lievitare lo squallore. E più per sguardi incerti, voci,
canti, rumori, la vita indovinata della “stanza accanto”, della persona
accanto. Il resto della vita fuori della trincea. La Rosa dell’omonimo
racconto, che lo ospita in accantonamento, “piccolina, bionda”, appena
sedicenne, ha un padre “che combatte dall’altra parte, con gli austriaci”. Rosa
abita un un paese dell’Isonzo, i cui nomi sanno “di donne e di libertà”, perché
la guerra, “a quelli che la cominciavano, aveva sentore di libertà e di donne”.
Anche le donne di “Le strade fatte a vent’anni” hanno uomini dall’altro lato,
qualcuna in Russia, tutte incinte con vergogna del “nemico”. Il nemico aveva
molte facce etniche, non solo, ma è ambiguo, a volte siamo noi stessi.
Sono
anche racconti di paesi di confine, caso unico nella memorialistica di guerra.
Merito non minore di Alvaro è il riconoscimento dei dolori delle etnie di
mezzo, gli sloveni che si ritrovano italiani. Che nell’ultimo racconto, “Felicità
II”, così sintetizza. “Era anche questa una specie di guerra, perché si
trattava di paesi di confine. Ed è curioso che alle volte le lotte di razza
divengano facili da risolvere fra uomo e donna; e poi, da giovani”.
Coronano
da ultimo la raccolta due racconti di pace sui luoghi della guerra,
protagoniste innocenti slovene, che in tre anni hanno dovuto cambiare lingua e patria.
Corrado
Alvaro, Memoria del cuore, Città del
Sole, pp. 127 € 12
Nessun commento:
Posta un commento