Liberare
Jaravulus è impossibile perché la Turchia non vuole. Erdogan voleva - e vuole
ancora, forte del suo ruolo di organizzatore del G 20 – una no-fly zone al confine. Che
dice anti-aviazione russa e anti-Assad, per bloccare i raid del governo
centrale siriano e di Putin contro gli insorti. Ma i curdi di Siria non sono
insorti contro Assad, e Assad non li ha bombardati e non intende bombardarli.
Di fatto la Tirchia protegge l’Is. O ostacola i curdi, in Siria oltre che in
Irak, come era da tempo noto, che però è la stessa cosa.
Si perdona alla Turchia l’ostilità ai
curdi di Siria, o il favoreggiamento dell’Is, in considerazione della sfida che
al governo centrale muovono i curdi turchi dal 1984, col Pkk di Ocalan e con
una guerriglia sistematica. In questa chiave gli Usa e Cameron non hanno
sostenuto i curdi dell’Iraq, che avrebbero potuto impedire all’Is il controllo
della zona petrolifera del Nord iracheno, attorno a Mossul, area a prevalenza curda.
domenica 15 novembre 2015
Is in rotta con i curdi
I curdi da soli
hanno preso all’Is due dei tre punti franchi in Siria al confine con la Turchia,
Kobane e Tal Abyad, attraverso i quali il
califfato faceva passare, col benestare turco, volontari, soldi e armi. E
potrebbero chiudere anche il terzo varco, Jarabulus, se solo gli Usa li
sostenessero con l’aviazione. Con la copertura dei caccia Usa hanno invece
liberato dall’Is Sinjar, la cittadina capitale degli yazidi, che il califfato voleva
sterminare. I curdi di Siria, non i guerriglieri – peshmerga – curdi della Turchia, da trent’anni in guerra col governo
di Ankara. Una minoranza, fra tutti i curdi, molto poco battagliera, quella
siriana, e anzi integrata con la popolazione a prevalenza araba, benché conti
una consistenza di 2.2 milioni, il 10 per cento di tutti i siriani (prima della
guerra civile).
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