Dopo
i giudici, i comici e i prefetti, un maresciallo della Guardia di Finanza. Mentre i Carabinieri
scalpitano. Il commissariamento della politica imperversa senza soste: li mettiamo
sotto inchiesta e poi ci sostituiamo, tutti ladri, gli altri.
I
militari irrompono, anche loro, sotto il segno della sinistra – del nuovo – che
viene da destra. Convergendo verso l’interesse personale, della carriera all’ombra
della “società civile” e dei belli-e-buoni della Repubblica. Il maresciallo ci
tiene a farlo sapere, a suo modo onesto – ingenuo non si può dire: “Ho votato
An e poi Lega” – no, prima ha votato Msi. Ora vince con Grillo, il nuovo che
avanza.
E
non è tutto il nodo della dissoluzione, i giudici non mollano. Cambiano anche loro
di segno. Il ruolo che era dell’andreottiano Borrelli a Milano, e del confuso comunista
Caselli a Palermo, con tutti i suoi cattivi allievi, viene ora supplito da
Pignatone a Roma, di una sinistra molto Dc.
Nessun commento:
Posta un commento