Mentre
si processa Mafia capitale, la piccola corruzione del “generone romano”,
dipendenti pubblici e piccoli affaristi, la camorra ha occupato Roma. Distesamente,
permanente. Chiunque la vede all’opera nel suo mercatino rionale: forniture
obbligate, sovrapprezzi, vero e proprio pizzo (protezione). Anche nel centro città
è all’opera, tramite gli affitti, l’usura e la protezione. I centri commerciali
pullulano di “napoletani” d’importazione.
Tutti
lo sanno, ma niente si fa. L’apparato repressivo è concentrato sulla pubblica
amministrazione: prima la corruzione spicciola, ora i cartellini.
La
prevenzione e la punizione del crimine è per forza di cose limitata. Ma non ci
sono delle priorità se non la visibilità mediatica. Piuttosto che i brutti ceffi
camorristi, mafiosi nel vero senso del codice, impiegati e sottopancia politici.
La camorra ringrazia – fra un anno o due prefetti e procuratori potranno dire impossibile
sradicarla. È qui tutta la storia del crimine organizzato in Italia.
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