“H.W.Johnson
non rimprovera mai al presidente Hoover la perdita del sua sua drogheria, ma
non ha mai potuto perdonare il president Roosevelt per averlo sfamato”. È uno
Steinbeck di malumore, da progressista deluso dalla Guerra fredda e dal
sovietismo, che si esercita in questa satira del 1957 – cinque anni dopo “La
valle dell’Eden” e cinque prima dell’“Inverno del nostro scontento”. Più noiosa
che non, ma con belle punte.
L’astronomo
per passione, vignaio per professione, Pipino Arnolfo, il solito franco mezzo
tedesco, viene proposto a re di Francia: Pipino IV erede di Carlo Magno – di cui
Pipino III, effettivamente esistito, fu il padre. E fa una brutta esperienza, dalle
stelle si può dire alle stalle. Scontrandosi con lo spettro della politica - in
Francia come altrove: sinistra, centro, destra e regioni intermedie. Uno sfogo
di antipolitica ante marcia
John Steinbeck, The
short reign of Pippin IV
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