“Gli
ideali, le strategie e gli obiettivi” dell’Is sono purtroppo uno solo, e anche brutale,
su cui l’analisi dovrebbe convergere realistica, invece di dibattere e di fatto
sminuire il fenomeno. E con l’analisi il reportage,
inveve di camuffarsi sotto l’anonimato, dotto e saputo, giustificandosi col
dovere d’informare – la prima informazione è questa: la guerra.
Le
mamme, il velo, i volontari, tutte le derive della “comprensione”, nonché le
schiave, gli stupri, le decapitazioni, e gli altri artifici di una disinforanzione
da intelligence di scarsa fantasia, è
robaccia. L’Is non ha bisogno di colore.
L’islam non è colore giornalistico, sia pure sanguinolento e critico. È una forza religiosa,
è una forza politica, è una forza militare. È una forza, con la quale bisogna
confrontarsi. Non da ora: da trent’anni è finito il collateralismo dell’islam
con l’Occidente contro il sovietismo, da trentacinque anzi, con Khomeini, e da
allora la ua partita è contro l’Occidente, in casa e fuori casa.
L’Is
è una forza anche insidiosa. Fnanziata e armata. Protetta diplomaticamente. Da
molti che dicono di volerla combattere, ma di fatto se ne guardano e anzi la
favoriscono.
L’edizione
aggiornata, rispetto a quella di aprile, purtroppo nn aggiunge nulla, sorpassata
dai fatti di Parigi. Le migliori firma del giornale, e la stessa prefazione di
Sergio Fomano, che forse ha troppa considerazione della Turchia in questa fase,
non aiutano a capire un semplice fatto: che si sradica il terrorismo combattendolo
in Siria, dove è ancora possibile. E isolandolo
in Iraq, dove anche la Turchia allora lo abbandonerebbe.
AA.
VV., acura di Luigi Ippolito, Che cos’è
l’Isis, Corriere della sera, pp. 156 € 7,90
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