mercoledì 4 novembre 2015

L’Italia inutile di Pasolini in quattro giorni

Si riedita per i cinquant’anni della morte l’“opera” forse più inutile - giornalistica, alimentare, vedettariale - di Pasolini, “La lunga strada di sabbia”. Sulla base della riedizione operata da Séclier cinque anni fa (a prezzo ora dimezzato), corredata dalle sue fotografie, che sono la cosa migliore.
Il testo è quello di Pasolini per i due-tremila chilometri delle coste italiane percorsi in quattro o cinque giorni del giugno 1959. Unicamente famoso perché vi diceva Cutro, un tranquillo paesino calabrese, “un posto di banditi”. Come si vede nei western, “fuori dalla legge, dalla cultura del nostro mondo”. Cutro naturalmente protestò e il reportage, commissionato dal mensile di moda e svago “Successo” come riempitivo per i mesi estivi (uscì in tre puntate, a luglio, agosto e settembre), ha preso una dignità che non aveva.
La riedizione si vuole in qualche modo critica: senza i tagli redazionali, quindi con alcuni passaggi inediti, un po’ di documentazione, manoscritti in facsimile, qualche lettera. Ma si apprezza per le fotografie di Séclier, che ha ripercorso quello stesso itinerario cinquant’anni dopo. Con qualche traccia e nessuna memoria di Pasolini. Eccetto una: il barbiere di Cutro tiene appeso un fotoritratto molto lusinghiero – “radioso” dice Séclier - di Pasolini, una gigantografia.
Philippe Séclier, Pier Paolo Pasolini. La lunga strada di sabbia, Contrasto, pp. 199, il. € 24,90

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