Come
precipitare la crisi bancaria? Dei depositi, del risparmio? L’assicurazione sui
depositi in banca fu inventata dalla presidenza Roosevelt nel 1934 per tagliare
la corda della sfiducia. Non costava molto, e si è rivelata la via d’uscita più
importate dalla Grande Depressione, in sé e come contributo al ristabilimento
della fiducia. Abolirla, come Bruxelles e Draghi vogliono, è evocare il panico
a ogni stormir di foglie. Non a ogni crisi ma a ogni rumour, ogni boato, ogni indiscrezione
pilotata anche.
L’Italia
è il paese che ha fatto pesare meno sulla finanza pubblica la crisi bancaria
del 2008. È anche il paese dove le banche hanno sofferto relativamente meno la
crisi economica. Ma senza il Fondo interbancario avrebbe avuto cinque o sei
disastri: Monte dei Paschi, Genova, Ferrara, Etruria, Marche. Cioè il crac.
Poiché
l’assicurazione sui depositi non è un costo, non elevato, e non pone problemi
alla concorrenza, resta da chiedersi perché abolirla. Perché terremotare le
banche? Alle quali si ha voglia d’imporre irrobustimenti patrimoniali, se il correntista
non è garantito la banca resta debole.
Che
Draghi, che conosce il rischio, presieda sereno a questa “riforma”, fa parte
del gioco: fa
finta di “stare sul mercato”, che vinca il migliore, mentre favorisce i
fondi d’investimento e le assicurazioni, che esclude dal bail-in, il “salvataggio dall’interno” Ma il governo? I governi?
L’assicurazione
sui depositi non è abolita, si dice. La novità è che la pagheranno per primi
gli azionisti della banca, gli obbligazionisti, e i correntisti con depositi di
oltre 100 mila euro. L’effetto è lo stesso: dal 2016 non ci saranno più
azionisti delle banche, dal 2019 nemmeno obbligazionisti, se non a costo
elevato. A chi e a quali condizioni ricorreranno le banche per capitalizzarsi?
C’è
la posizione “giusta” di chi dice: paghi chi ha. Ma se tutti hanno, più o meno?
È da qui che nasce il panico: quando hanno pochi il panico non c’è. Poi c’è la “questione
morale”: perché proteggere chi ha? Ma l’assicurazione non è a beneficio di
questo e quello, è a beneficio dell’equilibrio nell’economia. E il Fondo garanzia
è ampiamente pagato dai correntisti – tra l’altro non pro quota ma con tassa
uguale per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento