martedì 3 novembre 2015

Porte aperte al crac in banca

Come precipitare la crisi bancaria? Dei depositi, del risparmio? L’assicurazione sui depositi in banca fu inventata dalla presidenza Roosevelt nel 1934 per tagliare la corda della sfiducia. Non costava molto, e si è rivelata la via d’uscita più importate dalla Grande Depressione, in sé e come contributo al ristabilimento della fiducia. Abolirla, come Bruxelles e Draghi vogliono, è evocare il panico a ogni stormir di foglie. Non a ogni crisi ma a ogni rumour, ogni boato, ogni indiscrezione pilotata anche.
L’Italia è il paese che ha fatto pesare meno sulla finanza pubblica la crisi bancaria del 2008. È anche il paese dove le banche hanno sofferto relativamente meno la crisi economica. Ma senza il Fondo interbancario avrebbe avuto cinque o sei disastri: Monte dei Paschi, Genova, Ferrara, Etruria,  Marche. Cioè il crac.  
Poiché l’assicurazione sui depositi non è un costo, non elevato, e non pone problemi alla concorrenza, resta da chiedersi perché abolirla. Perché terremotare le banche? Alle quali si ha voglia d’imporre irrobustimenti patrimoniali, se il correntista non è garantito la banca resta debole.
Che Draghi, che conosce il rischio, presieda sereno a questa “riforma”, fa parte del gioco: fa finta di “stare sul mercato”, che vinca il migliore, mentre favorisce i fondi d’investimento e le assicurazioni, che esclude dal bail-in, il “salvataggio dall’interno” Ma il governo? I governi?
L’assicurazione sui depositi non è abolita, si dice. La novità è che la pagheranno per primi gli azionisti della banca, gli obbligazionisti, e i correntisti con depositi di oltre 100 mila euro. L’effetto è lo stesso: dal 2016 non ci saranno più azionisti delle banche, dal 2019 nemmeno obbligazionisti, se non a costo elevato. A chi e a quali condizioni ricorreranno le banche per capitalizzarsi?
C’è la posizione “giusta” di chi dice: paghi chi ha. Ma se tutti hanno, più o meno? È da qui che nasce il panico: quando hanno pochi il panico non c’è. Poi c’è la “questione morale”: perché proteggere chi ha? Ma l’assicurazione non è a beneficio di questo e quello, è a beneficio dell’equilibrio nell’economia. E il Fondo garanzia è ampiamente pagato dai correntisti – tra l’altro non pro quota ma con tassa uguale per tutti. 

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