“Una
novità senza precedenti nella storia”: Kissinger non sbaglia a caratterizzare l’ingresso
massiccio della Russia nel Medio Oriente. Ora in Iran, Iraq e Siria, domani
quasi certamente al Cairo, e prima o poi con’Arabia Saudita e gli Emirati del
Golfo. C’era stata come Unione Sovietica, ma era un’altra cosa, la “guerra
fredda”. Ora riempie il vuoto che Obama ha voluto aprire, stando in Medio
Oriente ma mostrando di non volerci stare.
Ultimo, tragicomico, aspetto di
questa surroga è il Pentagono, o la Cia, che trovano le prove dell’esplosione
dell’aereo russo nel Sinai per una valigia bomba dell’Is, di Putin facendo un
martire. Con
Obama Putin spende il credito acquisto nella trattativa sul nucleare iraniano.
Senza avere a sua volta speso nulla. Lo stesso nel Medio Oriente, dove ha speso
solo (poche) bombe.
Nel
Medio Oriente il credito della Russia è montato a mille con l’esibizione
militare di tecnologia avanzata e efficace. I missili cruise del Mar Caspio, a grande gittata, fino a 2.500 km., e precisione.
Precisi anche i cacciabombardieri Sukhoi. Ottima la logistica. Ottimo l’apparato d’informazione, che
Mosca ha costituito a Baghdad, con gli apparativiracheni, iraniani e siriani –
mentre quello angloamericano ha provocato una serie di falsi obiettivi, con più
morti per “fuoco amico” che altro.
Cosa
Putin cerca in Medio Oriente nessuno sa con esattezza. La diplomazia italiana
propende per una partita di contorno che ne faciliti il ritorno nel G 8, con la
fine delle sanzioni per l’Ucraina. Ma un contatto ravvicinato con le potenze
petrolifere del Medio oriente, finora solidamente e unicamente schierate con
gli Stati Uniti, non è da escludere.
Un
nuovo centro integrato di intelligenze si starebbe per creare al Cairo, tra
russi ed egiziani. In funzione anti-Is naturalmente – ma non solo. L’aereo
caduto nel Sinai potrebbe accelerare il progetto. Tanto più che il nuovo rais egiziano, il generale Al-Sisi, non si
sente sicuro sotto la protezione americana, dopo l’abbandono patito dal suo
predecessore Mubarak. Ma rapporti sarebbero stati già avviati con la Giordania,
e gli Emirati Arabi. Dai quali Kuwait e Arabia Saudita non sono lontani.
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