Non bastano due aerei russi abbattuti, ce ne vorranno altri? Si
fa gran parlare di un’offensiva contro l’Is - “distruggeremo il terrore”, “abbatteremo il terrore” - ma la sola cosa che occupa i governi europei e
quello americano, candidati presidenziali compresi, è combattere la Russia. L’aereo
russo abbattuto sul Sinai, non si sa ancora da chi (si sa come ma non da chi)
non ha portato Putin ad abbandonare la Siria. Ora c’è l’aereo militare da trasporto,
con elicottero di soccorso, abbattuti dalla Turchia. Putin non ha fatto marcia indietro,
non ancora, e allora?
Allineando i fatti, si capisce che non c’è una soluzione. Che
l’Occidente non ha una soluzione: non la propone e non la studia neanche. Il
dramma di Parigi è ancora fresco, ma Hollande è andato da Obama e ha invitato Merkel
a vuoto: nessun impegno.
I fatti. È un fatto che la Russia si è intromessa in una
questione, la Siria, che l’Occidente da tre-quattro anni svolge e riavvolge
senza capo né coda. Una delle forze in campo, l’Is, ha fatto e fa molti danni,
da ultimo a Parigi, ma niente si risolve: un altro fatto, non positivo. L’intervento
russo è invece efficace contro l’Is. La Turchia ha attaccato la Russia senza
nessuna giustificazione. L’aereo russo è
caduto “abbondantemente” in territorio siriano. L’eventuale violazione dello
spazio aereo turco è durata non più di secondi. Anche questo è un fatto. Putin
ha detto: “La perdita che abbiamo avuto oggi è venuta da una pugnalata alle
spalle inferta da complici dei terroristi”, e nessuno ha replicato, non in
Europa né a Washington. Dove i candidati presidenziali, Hillary Clinton incluso,
si fanno paladini, di un conflitto che non conoscono e di cui agli elettori
alle primarie non interessa nulla, della no
fly zone sulla Siria proposta dalla Turchia. Che riguarda gli aerei russi e
siriani, l’Is non ha aerei. Anche questo è un fatto.
È il denaro saudita e degli Emirati in campagna? Questa è un’ipotesi.
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