mercoledì 25 novembre 2015

Riprodursi non è un peccato

Curioso di tutto, sottile, arguto, Lévi-Sruass novantenne, in questi scritti degli anni 1990, spiega che l’altrove è meglio del qui, può esserlo: più intelligente, acuto, realista. Nell’istituzione familiare, nell’istituto della procreazione, nella cura di sé, nella perizia manifatturiera, nell’immaginazione e le fughe dell’anima, in ogni cosa. Ma con un ghgino, beffardo più che sovversivo: l’altrove è segnato da ri-creatore – l’etnologo – all’insegna della permanenza (insomma, la tradizione), mentre il qui deve disintegrarsi. Insostenibile e anche sbagliato – lo sguardo dell’antropologo non può alzarsi sopra la diversità, la catalogazione della diversità. Ma quanto acume!
La materità e la paternità sono regolamentari più che biologiche, “Escissione, procreazione assistita”, nel 1989, prima ancora che la questione si ponesse: “Il conflitto tra parentela biologica e parentela sociale, che da noi rappresenta un problema per i giuristi e i moralisti, non esiste nelle società studiate dagli etnologi”. L’etnologo “ricorda che anche le pratiche e le rivendicazioni più traumatiche per l’opinione pubblica – procreazione assistita permessa alle vergini, alle nubili, alle vedove o alle coppie omosessuali – hanno un equivalente in altre società che non mostrano di soffrirne”.
Il cannibalismo “non esiste”, alla romana – ma è come la peste di Manzoni? L’animalismo, non vi si può sottrarre, la filosofia fa male a non aggiornarsi. Ultimo lettore di Auguste Comte, che esuma a lungo, animalista in anticipo – e le sue bizzarre utopie che vedevano l’Italia protagonista del futuro migliore, per lingua, arte, capacità politica (sic). Lettore anche di Vico, di cui esuma persuasivamente la teoria dei corsi e ricorsi.
Con una presentazione di Marino Niola, sul pensiero di Lévi-Strauss, la prefazione del curatore, Maurice Olender, e un breve intervista di Bernardo Valli. Sono i sedici articoli che Lévi-Strauss scrisse per “Repubblica”, su sollecitazione di Pietro Citati e Eugenio Scalfari, tra il l’agosto 1989 e marzo del 2000, a una cadenza quasi annuale.
Claude Lévi-Strauss, Siamo tutti cannibali, Il Mulino, pp. XXVIII + 171 € 14

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