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sabato 7 novembre 2015

Vaticaneide

Se ne scrive molto, ma non lessenziale:

A quando l’oro per la chiesa?
E la fede?

Gesuitico strepitoso sillogismo di Massimo Franco. Dubbi furono espressi subito sulla nomina papale due anni fa di Vallejo Balda e Chaouqui. Il papa non li considerò perché venivano da Bertone, cardinale delendo ancora alla segreteria di Stato. La colpa è di Bertone.

Il gesuitismo Franco ripete nelle ultime tre righe, che non ci siano dubbi. C’è confusione nel governo della chiesa. Gli attacchi sono diretti contro il cardinale Pell. Il colpevole della confusione è Pell.

“Ladri di fiducia” Vicinanza chiama Vallejo Balda e Chaouqui. Opportunamente, hanno tradito la fiducia di Bergoglio. Allora non sono loro gli informatori del suo giornale, “L’Espresso”. Sono gli informatori di Nuzzi?

È un monsignore bergogliano l’informatore di Emiliano Fittipaldi. Attendibile, pieno di documenti, specie sull’Apsa, l’amministrazione dei beni del Vaticano, che Fittipaldi pubblica e interpreta in “Avarizia”. Lo racconta lo stesso Fittipaldi sull’“Espresso”.
Una seconda fonte è un nemico di Bertone, il cardinale delendo di Bergoglio, contro il quale lavoravano Vallejo e Chaouqui.

I documenti Apsa del monsignore bergogliano sono quelli rubati nel marzo 2014 con la fiamma ossidrica nelle casseforti e gli armadi blindati? Si.

Beh, questo è un segno di professionismo – una pausa fra tanti dilettanti allo sbaraglio. Ma custodire e utilizzare corpi di reato?  

Sulle spese del cardinale Pell i documenti anonimi del Vaticano diffondono cifre false. Pell replica coi conti: tanto per il taxi, tanto per la tovaglia da messa, etc.. Il Vaticano controbatte, sempre anonimo: “Come se non ci fossero tovaglie da messa in magazzino”. Il papa francescano è inflessibile.
Però: le tovaglie da messa coi buchi?

Bertone, il segretario di Stato che Bergoglio non voleva, è sotto inchiesta in Vaticano. Con i sei cardinali che hanno firmato la lettera al papa sul sinodo. Sembra inverosimile, ma è vero.

Si vogliono accreditare i libri di Nuzzi e Fittipaldi come provenienti dai nemici del papa. Mentre provengono dai suoi collaboratori, del papa, e colpiscono i cardinali a lui invisi. 
Non s’è mai parlato tanto di nemici del papa quanto ora, da quando c’è il papa argentino.

Francesca e Francesco
Ahi, quante menate
Immacolate
Del papa velino
Argentino

Francesca Immacolata Chaouqui bazzicava il Vaticano già nel 2012, quando si trafugavano le carte di Benedetto XVI verso Nuzzi. In virtù di quale virtù? Mentre faceva la lobbysta per lo studio Orrick, affari internazionali, nella persona di Alessandro De Nicola, avvocato specialista di diritto societario, animatore di una Adam Smith Society, e per Ernst & Young, il gigante della contabilità.
Francesca Immacolata non era ignota al Vaticano quando il papa la volle con sé. Era quella che aveva “confermato” la leucemia di Ratzinger un anno prima delle dimissioni.

 “Anche i sampietrini sapevano ciò che si diceva”, ricorda ora Gian Guido Vecchi sul “Corriere della sera”, di Chaouqui che “aveva fatto la sua comparsa in Vaticano fin dal 2012, anno del Vatileaks: “Che quella giovane pierre faceva da «fonte» di alcuni giornali e siti di pettegolezzi”. Tutti lo sapevano eccetto i sampietrini del papa?

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