Se ne scrive molto, ma non l’essenziale:
A quando l’oro per la chiesa?
A quando l’oro per la chiesa?
E la
fede?
Gesuitico
strepitoso sillogismo di Massimo Franco. Dubbi furono espressi subito sulla
nomina papale due anni fa di Vallejo Balda e Chaouqui. Il papa non li considerò
perché venivano da Bertone, cardinale delendo ancora alla segreteria di
Stato. La colpa è di Bertone.
Il gesuitismo
Franco ripete nelle ultime tre righe, che non ci siano dubbi. C’è confusione
nel governo della chiesa. Gli attacchi sono diretti contro il cardinale Pell.
Il colpevole della confusione è Pell.
“Ladri
di fiducia” Vicinanza chiama Vallejo Balda e Chaouqui. Opportunamente, hanno
tradito la fiducia di Bergoglio. Allora non sono loro gli informatori del suo
giornale, “L’Espresso”. Sono gli informatori di Nuzzi?
È un
monsignore bergogliano l’informatore di Emiliano Fittipaldi. Attendibile, pieno
di documenti, specie sull’Apsa, l’amministrazione
dei beni del Vaticano, che Fittipaldi pubblica e interpreta in “Avarizia”. Lo racconta
lo stesso Fittipaldi sull’“Espresso”.
Una
seconda fonte è un nemico di Bertone, il cardinale delendo di Bergoglio, contro
il quale lavoravano Vallejo e Chaouqui.
I
documenti Apsa del monsignore bergogliano sono quelli rubati nel marzo 2014 con
la fiamma ossidrica nelle casseforti e gli armadi blindati? Si.
Beh,
questo è un segno di professionismo – una pausa fra tanti dilettanti allo sbaraglio.
Ma custodire e utilizzare corpi di reato?
Sulle
spese del cardinale Pell i documenti anonimi del Vaticano diffondono cifre
false. Pell replica coi conti: tanto per il taxi, tanto per la tovaglia da messa, etc.. Il Vaticano controbatte, sempre anonimo: “Come se non ci fossero
tovaglie da messa in magazzino”. Il papa francescano è inflessibile.
Però: le
tovaglie da messa coi buchi?
Bertone, il segretario di Stato che Bergoglio non voleva, è sotto inchiesta in Vaticano. Con i sei cardinali
che hanno firmato la lettera al papa sul sinodo. Sembra inverosimile, ma è
vero.
Si
vogliono accreditare i libri di Nuzzi e Fittipaldi come provenienti dai nemici
del papa. Mentre provengono dai suoi collaboratori, del papa, e colpiscono i
cardinali a lui invisi.
Non s’è
mai parlato tanto di nemici del papa quanto ora, da quando c’è il papa
argentino.
Francesca e Francesco
Ahi,
quante menate
Immacolate
Del
papa velino
Argentino
Francesca Immacolata Chaouqui bazzicava il
Vaticano già nel 2012, quando si trafugavano le carte di Benedetto XVI verso
Nuzzi. In virtù di quale virtù? Mentre faceva la lobbysta per lo studio Orrick,
affari internazionali, nella persona di Alessandro De Nicola, avvocato specialista di diritto societario, animatore di una Adam Smith Society, e per Ernst & Young, il gigante della contabilità.
Francesca Immacolata non era ignota al Vaticano
quando il papa la volle con sé. Era quella che aveva “confermato” la leucemia
di Ratzinger un anno prima delle dimissioni.
“Anche i
sampietrini sapevano ciò che si diceva”, ricorda ora Gian Guido Vecchi sul
“Corriere della sera”, di Chaouqui che “aveva fatto la sua comparsa in Vaticano
fin dal 2012, anno del Vatileaks”: “Che quella giovane pierre faceva da «fonte» di alcuni giornali e siti di
pettegolezzi”. Tutti lo sapevano eccetto i sampietrini del papa?
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