mercoledì 23 dicembre 2015

Fuori le banche

Si chiama Brrd e dà i brividi, non solo nel nome, la regolamentazione europea delle banche dall’1 gennaio – ma è già in vigore. Perché non avremo più banche. Che non è una buona cosa come si potrebbe pensare - pensare male delle banche non è peccato. A chi chiederemo il fido? Da chi avremo il mutuo?
Non è una buona cosa anche perché le banche ce le avremo, ma non più quelle “pubbliche” di cui si favoleggia, in concorrenza e a proprietà diffusa, senza padroni occulti. Avremo solo queste, dei grandi padroni: troppe banche fanno male al mercato, tra i pochi eletti la concorrenza si stabilisce al livello giusto, nel loro interesse.
Il meccanismo perverso per mettere le banche a morte è quello virtuoso di cui la legge Brrd fa sfoggio: nel caso di mala gestione pagano gli azionisti, gli obbligazionisti e i correntisti. E chi mette più i soldi in banca, in azioni, in obbligazioni? Non i piccoli investitori né i piccoli fedeli obbligazionisti.
È la fine delle banche. Come si rafforza infatti il tier1 se il tier 2 è sottoscacco? Tier 1 è il patrimonio di base: il capitale versato, le riserve, gli utili non distribuiti. Tier 2 è il quasi-equity, degli “strumenti innovativi”, comprese le obbligazioni subordinate, che difendono e rafforzano il tier 1. Non s faranno mi più ricapitalizzazioni, se non tra grandi interessi.
Il bail-in (pagano i soci) vale per le banche come per ogni altra azienda, per es. Parmalat, Ilva. È giusto ed è anche produttivo – efficientista – che i responsabili paghino, gli azionisti. Ma per le banche è diverso, per le quali, come per le assicurazioni, valgono requisiti patrimoniali più stringenti. Il Brrd è stato adottato per  rafforzare il tier 1 mettendo in correzione il tier 2’ Naturalmente non  un errore: questo i Normatori del Brrd lo sanno meglio di ogni altro. Perché allora la camicia di forza al “mercato” da parte dei fautori del “mercato”?

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