È unanime e ormai rituale, a ogni
elezione, l’evocazione dei partiti come se fossero scomparsi e non si riesce a
richiamarli in vita. Mentre i partiti non son scomparsi. Sono vivi e operosi, e
sempre gli stessi, negli Usa, in Gran Bretagna, in Germania, nella stessa
Spagna di domenica (le due nuove formazioni sono spin-off delle due vecchie con
facce giovani). In Austria, in Portogallo, in Belgio, in Olanda, ovunque. Anche
in Grecia: Syriza è ormai un partito come gli altri, ha raccolto l’eredità del
Pasok, il partito Socialista, con facce nuove. La Francia va avanti da vent’anni
col gioco della desistenza, contro Le Pen, a favore dei vecchi partiti, benché inerti:
due volte per i gollisti, una volta per
i socialisti. Dove i partiti sono scomparsi è in Italia – e in Russia, ma in
Russia ci sono mai stati?
La scomparsa dei partiti avviene solo in
Italia. I vecchi partiti sono stati sciolti dai Carabinieri. Il Pci e l’Msi,
che i Carabinieri simpaticamente avevano lasciato in piedi, non hanno retto. E
i nuovi non sono partiti: berlusconiani, dipietristi, ingroiani, vendoliani,
grillini. C’è il Pd. Che però è – è nato volutamente così - una formazione
movimentista, “liquida”. Per sfuggire all’impossibile compromesso di Berlinguer,
l’ennesimo tatticismo del Pci che lo ha portato alla dissoluzione. E non riesce
a quagliare. Perché assomma due entità inconciliabili, almeno finora: gli ex
comunisti e gli ex democristiani.
Il Pd potrebbe cambiare pelle, nel solco
tracciato da Napolitano, il presidente ex Pci. Che ha affidato il governo e il
Pd agli ex Dc: Monti, Letta, Renzi. Gli ex comunisti dovrebbero trasformarsi in
democristiani, nelle pratiche politiche e negli schieramenti. Sembra difficile, e forse non auspicabile. Ma, se succedesse, si
avrebbe in Italia un solo partito.
Non ci sono indagini, né sociologhe né
politiche, sul perché in Italia l’attività politica sia impossibile. L’ipotesi
più attendibile è che sia per effetto dell’antipolitica: dell’apparato
repressivo (giudici, polizie) e degli interessi costituiti, via media. Ce n’è
un’altra?
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