Palazzo
Chigi fibrilla, la sfida di Salvini è
temuta (“l’Etruria ha pagato la Leopolda?”), i 10 mila obbligazionisti subordinati montano a forza schiacciante. All’improvviso, quello
che sembrava un problema secondario, il salvataggio delle quattro banche
commissariate, è cresciuto tra i collaboratori di Renzi a boomerang politico di
prima grandezza. Tanto più per l’accostamento, che non mancherà, della famiglia
Boschi a una delle banche salvate, l’Etruria.
Si
fa anche un calcolo dei costi. Gli obbligazionisti subordinati, quelli che
perdono tutto senza averci nessuna colpa, avrebbero titoli per 350 milioni. Più
o meno, si dice, la somma in bilancio per il regalo di 500 euro ai diciottenni
– una decisione di Renzi che non piace nel palazzo del governo.
Resterebbe il veto
europeo. Ma anche questa sfida si dice che Renzi potrebbe lanciare con esito
favorevole: o ha ragione la Banca d’Italia e torto la Ue, e l’Italia si prende
una rivincita sui due pesi e le due misure di Bruxelles che Salvini continua a
denunciare. Oppure ha ragione la Ue, e allora Renzi si libera di una Banca
d’Italia che ha vigilato poco e male, come vuole la Ue, e non ha trovato la
soluzione giusta
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