giovedì 10 dicembre 2015

Renzi alla sfida con la Ue, e la Banca d’Italia

Palazzo Chigi fibrilla, la sfida di Salvini  è temuta (“l’Etruria ha pagato la Leopolda?”), i 10 mila obbligazionisti subordinati montano a  forza schiacciante. All’improvviso, quello che sembrava un problema secondario, il salvataggio delle quattro banche commissariate, è cresciuto tra i collaboratori di Renzi a boomerang politico di prima grandezza. Tanto più per l’accostamento, che non mancherà, della famiglia Boschi a una delle banche salvate, l’Etruria.
Si fa anche un calcolo dei costi. Gli obbligazionisti subordinati, quelli che perdono tutto senza averci nessuna colpa, avrebbero titoli per 350 milioni. Più o meno, si dice, la somma in bilancio per il regalo di 500 euro ai diciottenni – una decisione di Renzi che non piace nel palazzo del governo.
Resterebbe il veto europeo. Ma anche questa sfida si dice che Renzi potrebbe lanciare con esito favorevole: o ha ragione la Banca d’Italia e torto la Ue, e l’Italia si prende una rivincita sui due pesi e le due misure di Bruxelles che Salvini continua a denunciare. Oppure ha ragione la Ue, e allora Renzi si libera di una Banca d’Italia che ha vigilato poco e male, come vuole la Ue, e non ha trovato la soluzione giusta

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