giovedì 10 dicembre 2015

Il falso problema Assad

La coalizione anti-Is non prende corpo attorno a Assad: si ha bisogno della Siria, come logistica e hinterland di manovra, ma senza Assad. Razionalmente, sarebbe un modo come un altro per dire: non vogliamo la coalizione – quando si fa la guerra s’imbarcano gli alleati, se utili o necessari, non si scelgono. Di fatto, è uno dei tanti segni della confusione pre e post-attentati, in Europa e negli Usa.
La persona di Assad non conta niente: comunque vada a finire per lui è già finita. Resta come garante delle forze antidivisione della Siria e antisunnizzazione della Siria stessa. Con i soldi e sotto la ferula saudita. Che la Siria guata come porta alla sunnizzazione del Libano, contro la minoranza cristiana e la maggioranza sciita. Di cui farsi una Svizzera araba, più a portata di mano che Ginevra, Londra, Montecarlo e Marbella, non più cristiana ma sunnita.
Attorno a Assad resta quel poco che resta del partito delle forze armate che ha governato la Siria per
sessant’anni. Che volentieri, se riuscirà a sconfiggere il temibile Is, farà a meno di Assad – Assad non è altro che il segno del bonapartismo siriano.

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