Dai “mergers & acquisitions” si torna agli scorpori? Dal gigantismo
e le economie di scala al piccolo e
bello della qualità e l’efficienza? Studi e banche d’affari sono in fibrillazione
per la nuova stagione che si annuncia: nuove filosofie si preparano, l’ambiente
si sta rapidamente ricostituendo con gli scandali, l’altalena costante nel
mondo delle consulenze dice che è il momento di “innovare”, cioè di cambiare,
la tela di Penelope degli affari prende una nuova arricciatura.
Le grandi e grandissime banche non vanno più, dismettono – marchi, quote,
sportelli. E anche i grandi gruppi industriali. Prima la Volkswagen. Ora la
Toyota, che a VW contesta il primato del gigantismo. E non se la passa bene
nemmeno General Motors, il gigante detronizzato da VW e Toyota – Marchionne è
per questo aggressivo con la casa di Detroit, sta sulle spoglie. Dismissione è
la parola d’ordine.
Volkswagen, che si era portata acquirente di tutti i marchi famosi,
compresa Alfa Romeo, potrebbe dover vendere Audi. Mercedes, che per vent’anni,
da quando si voleva comprare la Fiat, ha tentato l’ inserimento nei segmenti B
e C del mercato, le cilindrate medio-piccole, si riconcentra sulle cilindrate
robuste – dopo aver tagliato la diversificazione nella finanza. Toyota,
declassata a titolo spazzatura per i conti a lungo falsi, si riconcentra chiudendo
impianti – il gruppo giapponese non aveva diversificato i marchi.
Oltre che nelle banche e nell’auto, il ridimensionamento si annuncia anche
nella tv e nel lusso. Qui per il necessario ridimensionamento dei principati della
penisola arabica, dopo il calo del petrolio. Nella tv, Murdoch punta a crescere
negli Usa, monetizzando le società europee di Sky. Per ora in Gran Bretagna, ma
anche le attività in Germania e in Italia sono teoricamente in vendita. Restano
fuori dal mercato delle dismissioni, per ora, solo in grandi gruppi
commerciali.
Dopo l’epoca del gigantismo, tornerà quella del piccolo è bello? È un’altalena
ciclica. Con pochi o nulli effetti sui mercati e sull’occupazione. Più che un
cambiamento epocale, o di filosofia, o di ideologia, è il fatto delle banche e
gli studi professionali d’affari. Che il movimento agitano ora in un senso –
con tanto di carte a corredo – ora nell’altro – sempre con carte di evidenza.
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