Scienziato politico folgorato dall’occulto, Giorgio
Galli insiste sulla traccia aperta dieci anni fa, con “Hitler e il nazismo
magico”. Ma su una traccia meno incerta. Allora fecave di Hitler il portavoce e
quasi la marionetta di gruppi segreti, massonerie, carbonerie, gruppi di potere.
Qui rintraccia simbologie, formule e perfino riti anticipatori del nazismo nelle
culture che il razionalismo del Cinque-Settecento aveva messo all’indice. In
realtà, nulla cambia: Hitler non obbediva a una setta, né era fermo al Quattro-Cinquecento.
Il suo è stato un movimento politico, con radici culturali surrettizie.
Giorgio
Galli, Hitler e la cultura occulta,
Bur, pp. 275 € 10
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