mercoledì 16 dicembre 2015

Il mondo com'è (242)

astolfo

Alessandro Magno – Creazione di una storiografia nazionalista più che attore principale della storia? Le tracce se ne trovano nei luoghi deputati, da Persepoli ad Alessandria, da lui fondata. Ma a Battriana forse ci fu, forse no. E l’unica vera guerra della sua ininterrotta cavalcata fu contro l’impero persiano, in una fase di decadenza.  Fu peraltro magnificato oltre ogni credibilità dagli storici greci in un’età di decadenza della Grecia stessa. Che per questo passarono sopra ai recenti sospetti che avevano accolto suo padre Filippo il Macedone, come colui che era estraneo all’ellenicità.

Alleanza anti-Is – Una prima alleanza anti-islam si era avuta tra Putin e gli Usa dopo l’attacco alle Torri Gemelle. Nella guerra conseguente al regime talebano in Afghanistan, gli Usa poterono usare come base terrestre per le truppe d’invasione l’Uzbekistan, l’ex repubblica sovietica ancora nella sfera d’influenza di Mosca. In cambio Putin ebbe mano libera contro l’insurrezione cecena.
L’alleanza fu aiutata anche dagli Emirati, cioè dal Dubai, e dal confinante Qatar, che ruppero le relazioni con l’Afghanistan talebano, come ora con l’Is.

Belgio – Era la piattaforma avanzata dell’islam radicale già rima delle Torri Gemelle. Tre giorni prima dell’11 settembre il comandante afghano Massud, capo dell’opposizione al regime talebano, fu assassinato da due belgi d’origine maghrebina. Massud fu assassinato nel suo proprio feudo, il Panshir al Nord dell’Afghanistan. I due attentatori si erano presentati come giornalisti belgi per intervistarlo, con una telecamera truccata, e morirono con Massud allo scoppio della telecamera bomba.

Bin Laden – Vent’anni fa fu salvato dall’Occidente. All’inizio del 1996 il regime islamico sudanese, per rompere l’isolamento internazionale, avrebbe voluto consegnare Bin Laden, rifugiato al suo interno, agli Stati Uniti – dopo avere già consegnato il terrorista venezuelano Carlos alla Francia. Gli Stati Uniti, temendo un processo in cu non avevano prove contro Bin Laden, consigliarono la sua estradizione in Arabia Saudita, il paese d’origine del miliardario. Il re saudita Fahd, legato alla famiglia Bin Laden, e per di più temendo di dover condannare il rivoltoso a morte, non accettò un accordo. Fu così che Bin Laden fu instradato verso l’Afghanistan. Non contro, ma con l’accordo degli Stati Uniti, che lo ritennero infine inoffensivo in un paese remoto, senza comunicazioni moderne, e con accesso arduo ai circuiti finanziari.
Gi Stati Uniti sospettavano Bin Laden di essere dietro il loro fallimento come forza di pace in Somalia nel 1992, e un attentato al presidente egiziano Mubarak nel 1995. Non lo sospettavano invece per l’attacco al Worl Trade Center.
Il 18 maggio 1996 Bin Laden veniva espulso verso l’Afghanistan. Il 23 agosto pubblicava a Kabul una “Dichiarazione di jihad contro gli americani”.

Fatalismo – Si suole dire, specie in Sicilia, arabo e islamico: la rassegnazione e l’inerzia, l’oblomovismo, come una triste eredita dell’invasione araba – che peraltro fu brevissima: è bizzarro il peso che la Sicilia dà al califfato, che fu, fra tutte le occupazioni che ha subito, la più breve e la meno radicale (più radicali furono per esempio i normanni, che cancellarono gli arabi e anche i greci, per conto del papato latino). Mentre non lo è. Non della poesia araba e islamica, che è soprattutto sensitiva e modana. Non dei viaggiatori. Non della (poca) filosofa, poco moralista molto virtuale. È invece delle masse: dei regimi sociali e politici cioè fortemente gerarchizzati, che escludono la mobilità. Dello scarso investimento in progresso, materiale e sociale. E in immagine, per la costituzione necessaria di un’identità forte – la prima carità parte da se stessi.

Occidente – La formulazione più rituale è la più antica, dell’Occidente come dell’Oriente: dell’Occidente in quanto opposto all’Oriente, e viceversa: quella del “Romazo di Alessandro” tardomedievale. Un’edizione manoscritta del Trecento registra in antico inglese uno scambio epistolare tra Alessandro Magno e un sovrano indiano di nome Dindimo, in cui si contrappongono un Occidente, rappresentato da Alessandro, violento, materialistico, a un Oriente, impersonato da Dindimo, pacifico, spirituale, in armonia con la natura. È una caratterizzazione, dunque, occidentale.

Opinione pubblica – Einaudi la affidava al connubio stampa-magistratura. Quelo che l’ha affossata, da un trentennio ormai. Gliela affidava non prima del fascismo, ma nel suo programma di “società liberale” che affidava, il 3 maggio 1955, alla rivista “Il mondo”. Nell’accoppiata stampa-magistratura indicava una delle “vie lunghe e indirette” per “giungere a quella società di uguali in diritto e di moderatamente disuguali di fatto che è la sola società viva e duratura
Punto 3. Del suo programma di società liberale era: “Ricreare, fuori di quella che sia dichiaratamente espressione di aprtiti e di associazioni e gruppi politici ed economici, una stampa libera e indipendente. L’avevamo, ed era forse la prima del mondo. Come ricrearla, è uno dei problemi più gravi del tempo presente. L’indipendenza della magistratura darà alla stampa libera il senso del rispetto della sua propria grandissima responsabilità”
L’avevamo, intendeva, nell’immediato dopoguerra. Si era perse in pochi anni?

Ortodossia – È l’erede della subordinazione bizantina della chiesa all’imperatore.  Oggi meno che nel passato, al tempo degli zar, ma sempre legata al popolo, al sentimento popolare: lo nutre e lo  rappresenta. Il dissidio con la chiesa latina o d’Occidente si è mostrato superabile sul piano teologico, del Filioque, ma le intese conciliari unioniste del passato non furono mai fatte proprie dal potere dell’ortodossia, anche quando più ne avrebbe avuto bisogno, sotto la minaccia dei turchi. La più solenne, quella messa a punto dal concilio di Firenze e Ferrara, sancita dal papa Eugenio IV il 6 luglio 1439 con la colla “Laetentur coeli”, era stata promossa dall’imperatore e dal patriarca, intervenuti di persona. Ma fu rigettata dall’apparato.

Roma greca – Un non indifferente filone storiografico greco fece di Roma la preda designata della Grecia, della Macedonia, non fosse stato per la morte prematura di Alessandro Magno. Si dava per scontato addirittura che Roma si sarebbe arresa ad Alessandro senza combattere, mandandogli ambascerie a tal proposito. La cosa fa parte del romanzo di Alessandro che fiorì nel tardo Medio Evo. Ma sul fondamento di un filone cospicuo di storiografia greca antiromana, benché frammentaria, di cui molte tracce sono in Trogo e in uno dei primi capitoli di Tito Livio, e nello storico tardo romano Paolo Orosio. Di questa storiografia Luciano Canfora (“Gli occhi di Cesare”) rintraccia i pilastri in un Timagene di Alessandria, “storico greco di età augustea”, di cui “abbiamo poco ma sappiamo molto”, e in un Memnone di Eraclea.

Terrore islamico – È endemico a New York e a Parigi da almeno vent’anni. A opera di mussulmani, già all’epoca, americani e francesi. Il 23 febbraio 1993 un camion imbottito di 700 kg. di tritolo esplose nel garage del World Trade Center , non abbastanza per far crollare le torri gemelle, ma sì per provocare sei morti e un migliaio di feriti. L’estate e l’autunno del 1995, aperto con la presa a Algeri di un Airbus Air France la vigilia di Natale, otto attentati in Francia, tra il 25 luglio e il 17 ottobre, fecero dieci morti e 177 feriti. Tutti con bombole di gas imbottite, quindi presumibilmente a opera di un unico artificiere, ma con una vasta organizzazione, al Nord della Francia e a Parigi. Il 3 dicembre 1996 un bomba alla stazione del métro Port Royal, a Montparnasse, all’ora di punta, fece due morti, 23 feriti gravi e una cinquantina leggeri.  organizzazione.

astolfo@antiit.eu 

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