Due
donne, giovani, bionde: cambia sesso la destra al potere in Europa. Non solo in
Francia, dove da qualche anno è vincente. È quindi un’altra destra: non
violenta, e nemmeno muscolare. Culturalmente non cospicua, a differenza della
destra classica, che era piena di “valori”, sul petto e in testa. O forse di
un’altra cultura, dell’ascolto. Di un rinnovato interscambio con gli umori
popolari – della piccola gente, della povera gente, della gente, insomma
dell’opinione pubblica.
Voto
di protesta? Dopo venticinque anni non più. Per una ventiseienne si direbbe di
sì, ma forse sono cambiati i tempi: i giovani, esclusi dalle leggi in materia
di lavoro, previdenza, diritti, dalla famosa “ìnclusione”, se la riprendono alla
radice.
Destra
populista? Sì è no. No, perché ha una marcia regolare, senza sbandamenti –
quelli, per esempio, della Lega. Necessariamente, non avendo pratica di
governo. Ma questo per un difetto della democrazia “repubblicana” francese. L’accordo
“repubblicano” contro l’estremismo ha senso se si esercita contro le frange, e
se si esercita politicamente e non d’autorità. Mentre non ha senso contro un
partito del 40 per cento. Che per giunta è venuto crescendo da un quarto di
secolo, senza che nessuno si occupasse di disinnescarlo.
Nessun commento:
Posta un commento