Una sorpresa
per il lettore italiano, questi due racconti in traduzione e in originale,
dalla raccolta dei “Dubliners”. Su tempi e ambienti non simpatici a Joyce: lo svuotamento dell’irredentismo irlandese nella politica
mestierante, e il distacco della vita ordinata di provincia da quella urbana, attiva
e creativa. Ma affrontati con piglio innovativo. Col dialogato nel “Il giorno
dell’edera”, e in “Una piccola nuvola” col discorso libero indiretto. Con un forte
stacco stilistico, molto prima di Pound, Parigi, e l’“Ulisse”.
In
queste storie dei primi del Novecento, in queste due come nelle altre dei “Dubliners”, compresa la più celebre, “I morti”, c’è il rinnovamento radicale della prosa inglese – aveva visto bene Ezra Pound,
“segretario” dell’innovatore poetico, Yeats, altro irlandese. Ben prima di Gertrude
Stein, e quindi di Hemingway.
Anche la
versione italiana innova, pur limitandosi a seguire l’originale. Rispetto a
quella ancora in uso di Attilio Brilli per Longanesi, poi passata nei Pocket e ora negli Oscar
Mondadori. Maria Chiara Piccolo, che ha rifatto la traduzione e la presenta, integra
l’edizioncina con buonissime note, su luoghi, nomi, personaggi, parole desuete o
idiomatiche.
James
Joyce, A little cloud, Ivy Day, La
biblioyteca di Repubblica-l’Espresso, pp. 95 € 2,90
Nessun commento:
Posta un commento