lunedì 28 dicembre 2015

L’amore ha i suoi luoghi

“La fantasticheria sfrenata delle donne sole” Colette ritrova nel suo vecchio appartamentino, ora abitato da una dattilografa che la serve occasionalmente. Suo di un’epoca – quella dell’infelice matrimonio giovanissima col traditore Willy – in cui lei stessa, nelle stesse stanze, fantasticava amaro. La stessa storia ora si ripropone, tra sortilegi e maledizioni a esito alterno: magia dei luoghi?
Colette ripercorre felice l’amore infelice, ancora doloroso a distanza di trent’anni, ancora giovane mentre va per i settanta, in una Parigi occupata di cui non si occupa e non dà traccia – il racconto è del 1940. Con leggerezza, la grazia che la conferma migliore narratrice. “Un ritorno”, dice, “al mio cattivo e affascinante tempo trascorso”, che mai è perduto. Balzacchiana sempre, per formazione, ma proustiana di gusto. Il giusto, alle memorie attenta e ai particolari - colori, forme, odori, si gira con lei per il mercatino rionale come in un sortilegio, superfici, pieghe e interstizi, intermittenze e costanze del cuore, la vita animale in più e quella alimentare, cotta e cruda - in un periodare semplice, non affettato.
Colette, Luna di pioggia, Passigli, remainders, pp. 79 € 3,75

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