“Le choc”, “Le choc”, “Le choc”, “Le choc, almeno quattro grandi giornali
francesi hanno questa copertina. Su un fatto noto da tempo, la vittoria elettorale della destra, e scontato. La
stessa copertina che avevano il 14 novembre, dopo i massacri di Parigi. Si
direbbe la stampa senza parole.
Effetto
della guerra, sotto choc è la stampa?
In parte: la guerra destabilizza l’informazione. Ma come effetto dell’ignoranza.
La guerra destabilizza l’Europa, che si scopre ignorante prima che incapace –
incapace anzitutto per essere ignorante. Del mondo arabo – strabiliante nel
caso della Libia, che pure è vicina di casa, e per alcuni decenni fu dominio
italiano. Della Russia naturalmente. E naturalmente dell’islam, a parte qualche
eco del nebbioso dialogo delle fedi. Del proselitismo e militantismo, a uso
esportazione, delle petromonarchie della penisola arabica, nello stesso mondo
arabo e in Africa. Alleate e anzi pilastro dell’Occidente, in petrolio e in
dollari.
Lo
choc non è solo della stampa
parigina. C’è ignoranza perfino corposa, tattile, a Bruxelles, nella burocrazia
e fuori. Nell’Europa senza studi, capacità di analisi, capacità di
decidere.
L’Europa
sembrava ferrata al tempo delle ideologie, superdotta, informata. Il Muro
crollato la mostra in costante affanno: ora chiede una “guerra di civiltà”
mentre sospetta e anzi accusa amici e alleati di doppiogioco; si è fatta
imporre una crisi spaventosa dalle banche americane e dopo otto anni rischia ancora
di restarci dentro soffocata; è aggredita da milioni di immigrati e non lo sa –
finge che le serva un mercato schiavista del lavoro mentre starebbe molto meglio
senza.
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