L’Italia potrebbe avere la chiave di una
“soluzione” per l’Is, come la ebbe con Hezbollah nel Libano. Una formazione che
in tutto e per tutto anticipò l’Is negli anni 1980 – con la sola differenza che
era sciita, mentre l’Is è sunnita: rapimenti, taglieggiamenti, attentati, attacchi suicidi, molti spettacolari, esecuzioni
sommarie, in Libano e fuori, e proclami. Reagan propose una coalizione dei volenterosi per
riportare il paese alla pace, cui aderirono la Francia e l’Italia di Spadolini,
un grosso contingente.
Non fu un’esperienza felice. Francesi e
americani ci lasciarono molti morti, 241 marines e 56 legionari, in uno degli attacchi suicidi più
spettacolari, il 23 ottobre. Dieci giorni dopo
fu violato il quartier generale israeliano d’occupazione a Tiro, con 29
morti. Americani e francesi lasciarono il Libano. Spingendo il presidente Pertini a chiedere nel messagio di fine anno il rimpatrio del contingente italiano. Che però passò l’esperienza indenne. Grazie ai colegamenti mantenuti con Teheran, che Hezbollah aveva creato e in vari modi alimentava.La missione poi perse di scopo col ritiro delle truppe israeliane dal Libano, ma il seme era stato gettato. E quando ci sono tornati vent’anni dopo, nel 2006, per l’impegno preso da D’Alema, ministro degli Esteri, con Condoleezza Rice, segretario di Stato di Bush, il più forte impegno italiano all’estero, in uomini e materiali, Hezbollah si è trasformata in una forza di stabilizzazione.
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