giovedì 10 dicembre 2015

Il culo borghese

È dunque un problema di sedere all’aria che ha diviso i registi della “Giovanna d’Arco”, Moshe Leiser e Patrice Caurier, dal maestro Chailly alla Scala. Un’accurata inchiesta di “Repubblica”, che ha schierato Natalia Aspesi, Leonetta Bentivoglio e Paola Zonca, l’ha accertato: “I registi volevano far sdraiare sul letto il tenore  col sedere in alto bello esposto”.
Licenza d’artista, certo. Anche un manifesto, forse: l’attempata coppia di registi è sempre fumantina. Ma non si può non essere d’accordo con Chailly: la posizione era incomoda per l’emissione boccale.
Ma c’era certamente di più nella scena rivoluzionaria dei registi, non solo un manifesto di genere. Volevano irridere al giovane re Carlo VII. Che invece fu valoroso e si meriterà l’appellativo di Vittorioso, avendo riconquistato il Nord della Francia dagli inglesi. Per demolire in realtà Giovanna d’Arco, che invece Verdi e la Scala volevano riverire – la ripresa dell’opera, dopo 160 anni, è un risarcimento postumo al compositore, che ha causa della “Giovanna d’Arco” abbandono sdegnato il teatro per molti anni.

Ma c’è di più: i due parlano, e si comportano in scena, come due sessantottini in ritardo. Con la mossa del culo volevano irridere al decoro borghese, supposto del pubblico – il decoro è sempre borghese. Ma c’è di più borghese, oggi, di quella mossa? 

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