L’urbanizzato
che tenta di scampare alla dissociazione errando per la campagna fa danni, a sé
e agli altri. Alla maniera svagata di Hamsun, che la ripeterà in “Un vagabondo
suona in sordina” (due anticipi del più fortunato Jack London, “Il vagabondo
delle stelle”?), ma il suo è il modo dei tragici scandinavi.
Anche
la sua storia personale, nazismo compreso, andrebbe riletta in questa chiave.
Knut
Hamsun, Sotto la stella d’autunno
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