mercoledì 16 dicembre 2015

Renzi sgonfia Grillo, ma arma Berlusconi e Bankitalia

Ha sbugiardato Grillo e ha salvato Boschi, con una mossa sola. E tutta a suo vantaggio: si è fatto una sua Consulta, con la nomina di tre cariatidi del sottobosco democrat, ex democristiani e ex Pci. E con che spirito domani Grillo infiammerà le Camere contro Boschi? A parte i tanti suoi che già sono passati con Renzi, e gli altri che aspettano solo il momento giusto - Renzi pratica l'entrismo al rovescio.
Non c’è dubbio che Renzi ha molte marce in più degli avversari. Ma ha fatto una scelta di fondo che può costargli alle elezioni, perché prima o poi si voterà: ha antagonizzato Berlusconi.
Berlusconi sembra a questo punto uscito dal coma. Ha presentato una mozione di sfiducia a Renzi, che è un inizio di conta – e una controsfida a Grillo. E potrebbe ridiscendere in campo, ridando come nel 1994 consistenza politica ai leghisti e agli ex missini. Decisivo sarà al voto la sommatoria fra i Dc che votavano Berlusconi in attesa che morisse (sic! Casini e gli altri), ora confluiti con Renzi, e gli ex Pci che non voteranno Renzi. Darà una prima indicazione il voto nelle grandi città, dove Renzi dovrebbe – oggi, in assenza di candidati – perdere Roma e non prendere Napoli, e andare al ballottaggio a Milano.
Oggi ha urlato per la prima volta alla Camera. Anticipando la sindrome Moro, che solo nel 1975 ne ebbe la necessità – per dire alla Camera: “Non ci processerete nelle piazze!”. Le urla di Moro non intimorirono nessuno. E anche Renzi non ha fatto presa: l’Etruria gli peserà, e non poco. Troppe le accuse di conflitto d’interessi, del babbo, di Boschi e anche sue – se il giudice che inquisisce la banca è suo consulente. Troppi i nemici che si è fatti, a partire dalla Banca d’Italia. Che ora lo inchioda: il governo sapeva.

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