martedì 15 dicembre 2015

Secondi pensieri - 243

zeulig

Accoglienza – Presuppone un rifugio: un luogo adatto a ricevere. Sia pure un corpo – il “seno”. Confortevole, quindi, guarnito. L’accoglienza deve essere un di più, di mezzi e di capacità oltre che di intenzioni. Non nudo come si professa da qualche tempo nei confronti degli immigrati clandestini per malinteso pauperismo o uguaglianza. Non infetto, quale è moralmente per l’abuso dei contributi pubblici. Non sguarnito moralmente (culturalmente), anche se nel segno dell’uguaglianza, intesa come indifferenza: il profugo-transfuga-errabondo cerca un ubi consistam, non una negazione, sia pure di sé. Che non è peraltro generosità, solo inconsistenza.

Amico di penna – È stato il confidente dell’adolescenza, fino al tempo di Charlie Brown: remoto, ignoto per lo più, e disponibile all’ascolto. Una sorta di eco benevola. Si rinnova via internet a tutte le età e per tutte le situazioni. Delle incertezze e i propositi adolescenziali non solo, ma anche di affari, affetti, o semplicemente interessi comuni, condivisi. Fra identità dichiarate, più che vissute – l’amico di penna è uno che si rappresenta. Ma non false: la corrispondenza evidentemente riempie un bisogno di essere.
Un bisogno personale - non impersonale come nei social, che sono invece un vero teatro. Gli amici di penna si corrispondono come allo specchio.

Anima – È bianca più spesso, candida. Nera a volte. Ce ne sarà una anche a colori?

Anti-umanesimo – È una forma di umanesimo. Anticlassicista, antipositivista, ma umanista. La morale dell’uomo che Heidegger evoca nella Lettera sull’umanismo” è in realtà una quaestio, una domanda e una ricerca, nell’umanismo-antiumanista – supposto – dell’era della tecnica.

Contagio – È del male. Della malattia, del cattivo esempio, della corruzione. Della malvagità che sempre prevarica o ammorba, gli umori, le situazioni, gli stessi eventi. Si vuole santo colui che effonde il bene ma non è contagioso: ogni santità è circondata da debolezze e furfanterie. L’ipocondriaco è contagioso senza rimedio: la potenza distruttiva della miscela di medicina preventiva e obbligo di attenzione, tempo impegnato, fatiche, è incommensurabile.

Eternità – Durata? Istante? Benjamin e Taubes messianisti propongono l’istante. Ma un istante allora costante – come la felicità dello stesso Benjamin. È l’intensità: la coscienza dell’istante.

Galileo-  Rientra a pieno titolo nella sistematizzazione dei secoli di Carl Schmitt, al cap. “Teologia politica” della raccolta dallo stesso nome: “Chiaro e particolarmente significativo come conversione storica unica è il passaggio dalla teologia del XVI secolo alla metafisica del XVII, in quell’epoca altissima dell’Europa, non solo dal punto di vista metafisico ma anche scientifico: la vera e propria età eroica del razionalismo occidentale”. Il razionalismo occidentale nell’età eroica (Galileo) entro la metafisica e la teologia. L’abiura è una questione di piccoli cabotaggi di potere.

Guerra  - Ce n’è nostalgia, distintamente, in Europa e anche negli Usa. Della guerra coi botti e le distruzioni, missili, bombardieri, esplosioni, cannoni, mitragliatrici. Immaginate, fantasmizzate. Dal papa, che la evoca a ogni istante, anche di classe, ai media, e all’“uomo della strada” che ne è vittima. Anche se combattuta non si dice dove né perché.
L’Europa ha una vera condizione di guerra da quasi un decennio ormai, ed è l’impoverimento. Un disastro, che porterà – ha portato - al “cannibalismo”, figurato certo. Col non voto, la protesta, la distruzione della,politica e di ogni altra intermediazione sociale, l’informazione e la giustizia riducendosi a sostanze corrosive. Ma, per quanto faccia mote vittime, non è la guerra pirotecnica, coi morti per strada e le macerie.

C’è ansia per gli stati erratici di guerra ma come un desiderio. Fino al papa, che continuamente la evoca, seppure per riprovarla. La stessa guerra fredda, che invece fu un equilibrio del terrore, in grado di non farla deflagrare, si vuole ora una guerra continua. Non c’è invece un’analisi del periodo storicamente eccezionale, lungo ormai settant’anni, in cui l’Europa ha vissuto in pace. Per l’appassire della sua millenaria ambizione di potenza via via nei suoi protagonisti, la Spagna per prima, finita a Cuba, poi la Germania, infine – Suez 1956 – la Francia e la Gran Bretagna, nel nuovo equilibro mondiale, americano e globale. L’esame non si faper non obliterare quell’ansia-desiderio?

Natura -  Anch’essa soffre, avrebbe detto san Paolo se se ne fosse già ipotizzata l’assolutezza, “il gemito della creatura”. Da sempre, prima del surriscaldamento globale. La natura che “si lamenta, geme, sotto il peso della fugacità, della vanità”, è riflessione messianica, di Jacob Taubes. Ma è un dato di fatto.

Peccato – L’unico modo di evitare un peccato è di commetterlo, così liberandosene, è principio gnostico. Ma non libertino, logico – paralogico. Allora: si commetta un omicidio per liberarsi del pensiero: il peccato è pensiero?

Social – Sono una piazza, come alla prima loro configurazione – poi soppiantata dall’uragano Facebook. Dove ci si reca con gli abiti della festa, oppure dopo il lavoro, per quattro chiacchiere e un drink. Ripuliti, rinfrescati, in tiro. Tutti belli e buoni.

Niente più corrispondenze, seppure nella rete delle “amicizie”, domandate e riconosciute: i social si vivono come autorappresentazione – ne sono il palcoscenico. Non c’è un dialogo, tantomeno il dialogo plurimo che i social presuppongono: ognuno espone il suo banchetto, e tutti si guardano, complimentandosi oppure no, ma serbando per sé il commento, sia pure favorevole.

Storicismo – Percorre anche il messianesimo. Che si può dire uno storicismo teologico, sempre comunque applicato a forme della politica (eventi comuni). Di una particolare forma di storiografia ma concettualmente imprescindibile – come l’umanesimo per l’antiumanesimo.

zeulig@antiit.eu

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