Si
può dire Malaparte, nazionalista e molto fascista, un disfattista. Sono suo i
tre libri in assoluto più disfattissti delle guerre italiane, “La rivolta dei
santi maledetti”, “Kaputt” e “La pelle”. Da “antitaliano”, il prototipo. Ma
questi racconti della “Pelle”, riletti, sono poco politici e non antitaliani.
Non compassionevoli e anzi oltraggiosi, la prima Napoli ferita a morte, subito,
alla Liberazione. Vissuta come una peste. Un decameroncino obbrobrioso, di
turpitudini. Allora. Che oggi fanno sorridere.
Liliana
Cavani, che ne fece il film nel 1981, trovava “La pelle” veritiera e per nulla
grottesco e volutamente oscena, spregiativamente. Ma alla rilettura resta solo
il divertimento. Tutti si vendono o sono venduti, donne, ragazze, bambini,
adulti. Ma niente di tragico. Nemmeno di drammatico. Una sorta di umorismo
ubuesco, anche nelle fanfaronate da piccolo spaccone, la familiarità col
generale Clark, eccetera. Da unico italiano, quasi, che marcia con l’esercirto
liberatore, “dal 1943 al 1945”.
Malaparte
scrive “La pelle” dopo il successo di “Kaputt”, nella stessa vena, seppure
ambientato alla Boccaccio attorno alla “peste”, figurata e non, e in una Napoli
che per Malaparete è sempre lo sfondo di Boccaccio, non inconsapevolmente. Solo
che gli aneddoti non sono sorridenti, ma tristemente osceni e forse disperati. Di
uno scrittore che voleva esere un protagonista e quasi un capopolo, e alla fne
si ritrova solo brillante. Mentre prapara un volume di polemica “antipretesca,
antiborbonica, antinazionale”, che vorrebbe imporre all’editore col titolo
“Batticulo” – poi sarà “Battibecco”.
È
la riedizione Adelphi del 2010 nei tascabili. Con una nota al testo dei
curatori, Caterrina Guagni e Giorgio Pinotti, che è un altro racconto: di un
dopoguerra in cui nulla è cambiato, senza soluzione di continuità, anche se ci
sono stati una guera civile, una guera perduta e il fascismo. È su questa tela
di fondo, forse, che i racconti di Malaparte si rileggono surreali, volutamente
eccessivi: è successo qualcosa?
Curzio
Malaparte, La pelle, Adelphi pp. 369 € 13
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