mercoledì 2 dicembre 2015

Tutto su Immacolata, eccetto la verità

C’è aria di voyeurismo attorno a Francesca Immacolata Chaouqui, in virtù del nome e dell’età, forse, più che dell’intrigo. C’è voyeurismo sempre nelle intercettazioni, l’ex Ufficio I della Guardia di Finanza si è imposto fra le tante polizie grazie al buco della serratura. Ma qui in senso proprio: di lei e lui, il marito, che adescano e ricattano questo e quello. Che sembra inverosimile e lo sarà, ma alla fine della storia – lei non se ne fa un cruccio.
È la conferma della natura delle intercettazioni: dire tutto ma non la verità. In questo caso come e perché Maria Immacolata fu una delle prime scelte, se non la prima, del papa argentino. Una donna giovanissima, che si era segnalata per la spregiudicatezza. Tanto più censurabile in un mestiere che vuole sobrietà e riservatezza, le relazioni pubbliche e il lobbying. Con una carriera precedente altrettanto inspiegabile, praticante di studio legale internazionale non laureata, quindi pr e lobbysta per studi prestigiosi, di avvocatura e contabilità.
È la filiera argentina? Del populismo-peronismo-esoterismo? Questa e altre carriere lasciano presumere di sì. Ma non possiamo saperlo. La prudenza di Denise Pardo-L’Espresso e D’Agostino-Dagospia attorno all’Immacolata, e l’intervista seduta di Massimo Giannini a “Ballarò” dicono che c’è attorno un’aria di protezione. 

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