Si parla meglio delle origini standone fuori? Sicuramente
più a cuor leggero. In un certo senso con più partecipazione, anche. Per quanto
critica. Fellini, che non era mai stato a Rimini dopo esserne uscito nel 1937,
l’ha immortalata e in qualche modo salvata, dal destino turistico si era
abbandonata, da luna park estivo. Sì, ci era tornato, ma solo due volte, entrambe
per motivi suoi (la secondo per scriverci sopra un libro che molti gli
chiedevano), e entrambe a disagio, con le persone e con le cose.
La Germania finanzia la Grecia nella stessa
misura che gli altri paesi europei. Ma non si sente in Italia, o in Francia, o
in Spagna, la lamentela: “I greci ci mettono le mani in tasca, ci derubano”. Tanto più che i finanziatori saranno ripagati,
il sostegno più che altro è una partita di giro. Solo in Germania. E nei paesi
della galassia tedesca, l’Olanda, la Finlandia, i Baltici. Che sono i più
ricchi. Il Nord ha buona coscienza di sé.
Dopo la caduta per un motivo preciso: la
riunificazione tedesca. Col mito risorgente della superiorità teutonica. Con
una congerie di satelliti che con l’Europa nei secoli, e con la Ue nel dopoguerra
hanno poco da spartire. Ma tutti accomunati nel mito della superiorità.
Il
pregiudizio è forte
I napoletani hanno insegnato a Milano l’insalata.
E a Edimburgo. E all’America tutta le crudités.
Non è una questione di meridiani, di colture legate ai climi: il pomodoro
diventò alimentare a Napoli a fine Seicento, tardi. I maggiori industriali del pomodoro sono
peraltro a Piacenza e dintorni. No, è il gusto. La capacità di scegliere, e di
combinare, di creare.
Non hanno nobili origini neanche la controra,
con la pennichella. O lo strolling, la
passeggiata al corso. E la pausa, il non far niente. La stessa pedagogia
contemporanea, della non violenza sui bambini, è molto mediterranea – ancora cinquant’anni
fa in Germania i padri non parlavano coi figli, solo scapaccioni.
Del resto, a parte la pedagogia, non si tratta
di abitudini sbagliate che è opportuno correggere. No, si tratta di correzioni
giuste che però viene arduo accettare: l’insalata si è fatta strada con
difficoltà. Non c’è disponibilità. Anzi la disponibilità è alla critica e
quindi al rifiuto. Ogni bambino veneziano sa senz’altro non solo dov’è Venezia,
ma anche Padova e Verona. Non molti bambini veneti sapranno dov’è la Calabria.
Dici a un calabrese che i vetri doppi allentano il freddo, subito li cambia.
Lo stesso con i call center e i numeri verdi.
Capita di frequente di essere lasciati appesi al numero verde della banca,
l’assicurazione, l’operatore telefonico, il gestore elettrico da una ragazza di
Milano perché inesperta, anche nell’uso del telefono. O perché ne sa meno di
voi. Uno ritenta, e si accontenta. Anche se all’assistenza risponde una voce dall’Albania, dall’India o dalla Repubblica
Ceca, uno s’accontenta, c’è l’obbligo della solidarietà. Se invece risponde un
call center o un centro servizi di Palermo o Reggio Calabria, e non è
inappuntabile, rapido, esatto, onnisciente, ci inalberiamo e protestiamo.
Il clash
dei linguaggi è arduo nella vicinanza. Sulla stessa linea di collimazione.
Mentre si traduce in curiosità e ammirazione per il diverso a distanza: conviene
emigrare lontano. È sempre dura, ma perlomeno non vi contestano le abitudini..
Milano
“Expo, rilievi del’Autorità Anticorruzione per
8 appalti su 10”. Per “le infiltrazioni della ‘ndrangheta”. Sembra. Potrebbe.
L’Autorità non lo esclude. Molti ci credono.
La Fiat è stata il solo socio a mettere soldi
nell’aumento di capitale del “Corriere della sera” l’anno scorso. I soci milanesi,
che non hanno messo un euro, lavorano per cacciarla, o sterilizzarne la
partecipazione.
L’Inter di Moratti ha il record degli allenatori
licenziati, una ventina in quindici anni. Alcuni li ha licenziati dopo che
avevano vinto. Il Milan segue con una dozzina – alcuni dopo che avevano vinto.
L’Inter di Moratti e il Milan di Berlusconi, la crema di Milan.
Anche il Procuratore Capo che denuncia il suo
vice non è male. Lui, però, è napoletano.
Si denuncia un vice-procuratore Capo che parla
con un avvocato (Robledo), ma non un altro, che egualmente parla con l’avvocato
(Greco), anzi con gli avvocati, ci parla normalmente. La giustizia a Milano è
molto selettiva.
La Provincia di Milano ha – aveva, ora è della
Regione Lombardia – una finanziaria, Asam, con un consiglio di amministrazione,
e tre dipendenti. Che fatturavano rimborsi spese per 200 mila euro l’anno. E
davano consulenze. Senza scandalo.
Si esibisce a Roma, a Santa Cecilia, il
batterista austriaco Grubinger, strumentista di musica seria contemporanea.
Giocoliere e mattatore. Il “Corriere della sera” ne fa una pagina per
annunciare una sua prossima esibizione alla Scala. Anche il provincialismo è
forte.
Monti prima, Passera oggi si vogliono salvatori
della patria. Unici, eroici. L’uomo della Provvidenza è ben milanese
Passera più di Monti, che inonda Milano di manifesti azzurri alle fermate dei mezzi pubblici : “La Rivoluzione è possibile”. Garante lui stesso, l’ex banchiere, con firma autografa. Dopo essere “asceso in politica”, anche lui come il suo mentore, “contro gli slogan”. La buona coscienza vuole ipocrisia.
Passera più di Monti, che inonda Milano di manifesti azzurri alle fermate dei mezzi pubblici : “La Rivoluzione è possibile”. Garante lui stesso, l’ex banchiere, con firma autografa. Dopo essere “asceso in politica”, anche lui come il suo mentore, “contro gli slogan”. La buona coscienza vuole ipocrisia.
Già Berlusconi doveva salvare l’Italia. E pure
Di Pietro, a ben guardare, ben milanese benché molisano, per il sussiego e la
buona coscienza.
Punto centrale del programma politico di
Passera, che lo mette in evidenza in nero, è: “Siamo contrari a qualsiasi
ipotesi di imposta patrimoniale, diretta e indiretta, per l’abbattimento del
debito”. Dopo averne imposto da superministro dell’Economia più di una, e tutte
ordinarie e a vita.
leuzzi@antiit.eu